Omelia (06-09-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Commento su Luca 5,33-39 Gesù qui aiuta a comprendere con tutte le sue sfumature il senso della Parola e della tradizione che ne deriva. Non leggi da interpretare meccanicamente ma cogliendone nello Spirito il senso dell'amore vissuto gradualmente sempre più nella fede in Dio. Dunque delle tradizioni antiche resta di profonda validità e bellezza (il vecchio è gradevole) il seme profondo della grazia che ha dato vita a tutta la cristianità di ogni tempo mentre ciò che è caduco, ciò che è solo degli uomini non di Gesù tendenzialmente viene lasciato. E allo stesso modo il nuovo non è mero adattamento al pensiero alla moda in quell'epoca ma una comprensione, per grazia, più profonda di quello che Gesù ha vissuto e detto. Gesù è il vero vino vecchio e il vero vino nuovo. Il tradizionalismo e il progressismo sono ideologie prive di vita profonda. E il bianco o nero sono spesso usati dal potere per teleguidate le persone. Divide et impera è un detto già dell'epoca romana. Invece la vita è piena di sfumature che possono essere colte con l'aiuto di ciascuno, nella storia. Vi diranno eccolo qua, eccolo là, non andateci perché il regno di Dio è in mezzo a voi. Oggi nel tempo del pensiero unico vi è un altro sistema usato dal potere che ha in mano tutti i mezzi di comunicazione: parlare di solidarietà, di democrazia, di pluralismo, di fatto facendo parlare nel dibattito pubblico solo chi trasmette i codici di apparato. La solidarietà senza davvero libera maturazione delle identità e dunque libera anche partecipazione è un falso bene che inganna e spegne gli slanci autentici perché spegne appunto la viva ricerca personale di ciò in cui si crede. Si teleguida la gente con parole di bene usate in modo ingannevole. Gesù ha vissuto e insegnato il contrario. |