Omelia (05-03-2002)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Non c'è delusione per coloro che confidano in te. Ora ti seguiamo con tutto il cuore, ti temiamo e cerchiamo il tuo volto. Fa' con noi secondo la tua clemenza, trattaci secondo la tua benevolenza, secondo la grandezza della tua misericordia.

Come vivere questa Parola?
Com'è bella tutta la preghiera di Azaria che, nella desolazione del sentirsi senza scampo, si rivolge al Signore anche a nome della sua gente! Questa pagina biblica ci aiuta a vivere con profonda fiducia il rapporto con Dio, che è clemente, pieno di misericordia e del tutto disposto al perdono. Anche nella pagina del vangelo odierno l'immagine che Gesù dà di Dio è l'immagine di uno che ascolta ed ha cuore disposto a perdonare sempre. Il servo che ha contratto un debito enorme verso il suo Padrone, gli si rivolge dicendo: "Signore, abbi pazienza con me". E viene rimandato in pace. Però, ecco quello che deve fermare la nostra attenzione meditativa: al conservo che aveva contratto con lui un debito di poco rilievo, l'uomo perdonato dal suo Signore si manifesta impietoso, duro di cuore. Non solo non condona nulla, ma lo fa da despota, da oppressore.

Nel mio rientro al cuore, oggi assaporerò in chiave contemplativa la preghiera di Azaria soffermandomi con grande respiro di fiducia su quel: "Non c'è delusione per quanti sperano in te, Signore". Però mi lascerò poi interpellare dalla Parola. Io, che posso fruire sempre del perdono di Dio, sono poi altrettanto pronto a darlo? Basta forse uno sgarbo, una parola offensiva, una mancanza di riguardo, un apprezzamento poco benevolo, perfino una correzione per far scattare in me meccanismi di celato rifiuto e di non perdono? Farò mia la preghiera del salmo responsoriale: "Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri", converti il mio cuore alla tua misericordia.

La voce del fondatore dell' "Arca"
Una relazione tra persone non è autentica e stabile che quando è fondata sull'accettazione delle debolezze, il perdono e la speranza di una crescita.
Jean Vanier