Omelia (13-09-2024) |
Missionari della Via |
«Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?». Purtroppo queste parole di Gesù trovano spesso dimora in noi, nel senso che anche noi siamo pronti a guardare, giudicare e a condannare i difetti e gli errori degli altri e, al contempo, a giustificare i nostri (se non addirittura a negarli). Tante volte, in tante parrocchie e comunità, si creano gruppi che si fanno solidali ma solo nel trovare un colpevole comune, una persona di cui poter dire male! Le maldicenze regnano sovrane! Non capita forse pure a noi di sparlare degli altri? Un giorno un uomo venne da me dicendone di tutto e di più, in senso negativo, di una persona. Davanti alla sua rabbia gli chiesi: "ma avrà pure un pregio, un aspetto positivo questa persona!". E lui, tanta era la rabbia che coltivava nel suo cuore, mi rispose: "No! Nessun pregio, ha solo difetti e cattiveria!". Ora, davanti a ciò, cosa si può dire? Semplice: se una persona non sa riconoscere almeno un aspetto positivo di un'altra persona, se non vuol perdonare ma solo coltivare astio e rancore, è chiaro che ha una grossa trave nel suo occhio e nel suo cuore! Ci aiuti il Signore, prima di giudicare gli altri, a ripensare a tutte le volte che abbiamo sbagliato e chiesto perdono a Dio; e questo non per flagellarci ma per far memoria del suo grande amore per noi. Chiunque ha sperimentato l'amore misericordioso di Dio è chiamato a essere misericordioso con gli altri. Di certo non saremo buoni come Dio nel perdonare, ma iniziamo con il non voler odiare per giungere a mostrare anche solo un piccolo riflesso dell'amore di Dio! «"Con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi". Tutti noi vogliamo, il giorno del giudizio, che il Signore ci guardi con benevolenza, che il Signore si dimentichi di tante cose brutte che abbiamo fatto nella vita. E questo è giusto, perché siamo figli, e un figlio dal padre si aspetta questo, sempre. Ma se tu giudichi continuamente gli altri, con la stessa misura tu sarai giudicato: questo è chiaro. Il Signore ci faccia capire bene queste cose» (papa Francesco). |