Omelia (14-09-2024) |
Missionari della Via |
Oggi celebriamo la festa dell'esaltazione della santa Croce. Molti si domandano come si possa festeggiare uno strumento di morte; ma per noi cristiani la croce non è uno strumento di morte ma di vita. Oggi, purtroppo, molti cristiani hanno spazzato via o peggio strumentalizzato, a causa di una moda consumistica, il simbolo della croce. Don Tonino Bello diceva che la croce pende dai nostri colli ma non sulle nostre scelte. Orecchini, collane, disegni: oggi la croce appare in tanti modi ma è svuotata dal senso più profondo: l'amore di Dio per noi e la gravità del nostro peccato. Occorre alzare il nostro sguardo per contemplare colui che per amor nostro è salito sulla croce. Un innalzare lo sguardo che non deve suscitare paura ma gratitudine. Davanti a questo suo grande amore, basta ripiegarci su noi stessi, basta alimentare i nostri inutili sensi di colpa! Non dimentichiamo mai che «se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore» (cf 1Gv 3,20). Che la croce di Gesù possa illuminare la nostra mente affinché anche il nostro agire parli d'amore, parli del suo amore, di quanto Dio ci ha amati, fino a dare suo Figlio Gesù, «La croce l'abbiamo inquadrata nella cornice della sapienza umana e nel telaio della sublimità di parola. L'abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica. L'abbiamo isolata, sia pure con tutti i riguardi che merita» (don Tonino Bello). Gli Orientali oggi celebrano la Croce con una solennità paragonabile a quella della Pasqua. Costantino aveva fatto costruire a Gerusalemme una basilica sul Golgota e un'altra sul Sepolcro di Cristo Risorto. La dedicazione di queste basiliche avvenne il 13 settembre dei 335. Il giorno seguente si richiamava il popolo al significato profondo delle due chiese, mostrando ciò che restava del legno della Croce del Salvatore. Da quest'uso ebbe origine la celebrazione del 14 settembre. A questo anniversario si aggiunse poi il ricordo della vittoria di Eraclio sui Persiani (628), ai quali l'imperatore strappò le reliquie della Croce, che furono solennemente riportate a Gerusalemme. Da allora la Chiesa celebra in questo giorno il trionfo della Croce che è segno e strumento della nostra salvezza». Preghiera di san Francesco davanti al Crocifisso di san Damiano Altissimo, glorioso Dio, illumina le tenebre de lo core mio. E damme fede dritta, speranza certa e caritade perfetta, senno e cognoscemento, Signore, che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen. |