Omelia (15-09-2024)
padre Gian Franco Scarpitta
Nella croce la vera attualità di Dio

C'è un racconto molto allusivo intorno all'identità del vero Dio.
Il giorno decisivo del Giudizio finale, furono convocati tutti gli uomini e le donne in una valle sterminata per ricevere ciascuno secondo le sue opere e il suo comportamento. Nel frattempo che si attendava l'arrivo del Signore giudicatore, dalla numerosissima tura di popolo proveniente da ogni angolo della terra si sollevano una dopo l'altra tante lamentele, giudizi e osservazioni sul Dio che avrebbe dovuto esprimersi definitivamente su ciascuno degli uomini e delle donne:
"Chi è Dio per giudicarci?" Gridò seccata una signora "Ha vissuto in una famiglia la concretezza delle difficoltà di ogni gjorno? Cosa ne sa Dio delle vicende di una madre, di una casalinga...?"
"E' mai stato operaio come tanti di noi?" Osservò un uomo elevando la sua voce dal mucchio "Ha lavorato ogni giorno per guadagnarsi da vivere?", incalzava un altro. E un altro ancora: "Ha vissuto come noi la fatica, il sacrificio, le difficoltà?"
La vallata divenne un susseguirsi di commenti e di esecrazioni:
"Ha mai pagato le tasse Dio come noi?"; "Ha mai subito oltraggi, ingiustizie?"; "E' mai stato Ebreo, sottomesso alla Legge, ai Comandamenti?" "Lui che è il Padrone del mondo, è stato mai schiavo, asservito ad altri?": Lui che è il Re, ha mai vissuto la miseria, l'indigenza?" "E' stato mai condannato ingiustamente, perseguitato, criticato, ingiuriato...?"
Improvvisamente la concertazione di voci si arrestò e subentrò un silenzio profondo misto a stupore e commozione: all'orizzonte, nel punto in cui Dio doveva apparire, torreggiava in alto una grossa Croce recante un Uomo appeso. E capirono che Dio aveva rispettato tutte quelle condizioni.
E' un aneddoto molto allusivo alla domanda che Gesù rivolge ai suoi discepoli intorno alla sua identità: "La gente chi dice che io sia?"
Dopo un certo periodo di tempo in cui ha sperimentato la vita pubblica da vero Dio e vero Uomo, Gesù si chiede che concetto abbiano di lui le persone che lo hanno incontrato o che in qualche modo abbiano avuto notizie di lui. Non si tratta di una mera curiosità o di una preoccupazione sul possibile giudizio che gli altri possano avere di lui: se fosse solo per quello, ebbene Gesù sa benissimo che non è apprezzato da tutti e anzi vi è chi lo detesta al punto di volere la sua morte. Vuole sapere se la Parola da lui proferita, corredata dai segni visibili dell'amore del Padre quali i miracoli e le opere di misericordia, abbia suscitato negli astanti la fede in lui come apportatore del Regno di Dio. Se di lui vi sia stata la vera fede, quella della realizzazione delle antiche promesse del Messia che adesso si erano concretate in lui. Se lo avevano insomma ritenuto il Dio fatto Uomo, la Parola incarnata per la nostra redenzione e salvezza.
Domanda molto pertinente anche dopo oltre duemila anni di cristianesimo: a prescindere dalle catechesi o dalle digressioni teologiche, chi è Gesù per noi, uomini di questo tempo? Che concetto abbiamo di lui? Si sono date tante risposte anche in ordine alla teologia: c'è chi ha interpretato la sua figura e il suo messaggio come un fallimento, poiché si concepiva il suo annuncio come quello dell'imminenza di un Regno escatologico finale, visibile, che invece non è venuto. Altri hanno negato che la sua figura fosse significativa per le epoche successive a quella in cui ha vissuto; altri ancora lo hanno definito disincarnato dalla storia e dalla realtà. Per alcuni è stato "il più grande uomo che fosse mai esistito", un grande rivoluzionario; per i mussulmani è un grande profeta, anche se non paragonabile a Maometto... Per alcuni Gesù ha valore solo a livello sociologico, ovvero solo in riferimento alla molteplicità delle istanze attuali e dei problemi che aspettano una soluzione adeguata... E anche per noi cristiani in tempi odierni si tratta di una persona relegata al passato o alle sacrestie, comunque non più adeguato alla realtà dei nostri tempi né tantomeno radicato nelle vicissitudini del quotidiano. Altri al contrario considerano di Gesù l'aspetto del Liberatore o del Sovvertitore di coercizioni e di rigidi sistemi. Con il pretesto di dover "attualizzare" la figura di Gesù e di renderla alla portata dei giovani o dei "lontani" non di rado si tende a comprometterne la vera immagine o ad alterare il suo messaggio e la sua identità reale.
Da aggiungersi la comune aspirazione a un Dio giustiziere e vendicativo, capace di imporsi con parametri di giustizia sommaria o dirompente.
Meglio accogliere l'invito della Lettera agli Ebrei, che è molto risolutivo: "Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre. Non lasciatevi sviare da dottrine varie e peregrine"(Eb 13, 8 - 9). E' il Gesù Dio fatto Uomo apportatore del Regno di Dio che penetra ogni tempo e ogni attualità, pur restando al di sopra di ogni tempo. Il suo messaggio di via e di salvezza assume consistenza in ogni ambito e in ogni realtà e vuole compenetrare sempre la vita dell'uomo in ogni situazione. E' il Cristo annunciato dagli apostoli dopo il giorno di Pentecoste, sostenuto dai Padri della Chiesa e che nella Chiesa ci viene ancora comunicato nella sua pienezza e attualità. Dio che si fa uomo senza smentire la sua grandezza e la sua onnipotenza e tuttavia annullando se stesso per amore degli uomini.
Ancora più eloquente a tal proposito è l'espressione di Paolo: "Mentre i Giudei chiedono miracoli e i pagani cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo Crocifisso, scandalo per i Giudei stoltezza per i pagani, ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo sapienza di Dio e potenza di Dio."(1Cor 1, 22 - 24). Contrariamente a quelle che potrebbero essere le nostre congetture, è proprio nella croce che Gesù dimostra la sua vera gloria e la sua vera sapienza e grandezza, perché proprio il legno patibolare dimostra quello che agli occhi di Dio è necessario perché l'uomo si senta sostenuto a dare il meglio di sè e convinca una volta per tutte quanto al suo errore. La croce è l'elemento che fonda la realtà per cui anche i popoli possano interagire fra di loro nella concordia e si possa promuovere la vera giustizia. La croce è infatti il trionfo vero dell'Amore di Dio per l'uomo.
. Nella croce Gesù dimostra che Dio che ha accorciato le distanze dagli uomini avendo egli vissuto l'esperienza umana in ogni contesto e in ogni situazione e pertanto è davvero credibile e attendibile. Ha appunto rispettato tutte le condizioni dell'umano, di un'umanità precaria e abbandonata. Non può quindi che essere il Dio Amore ed misericordia che è ben lungi dal mostrarsi Altro dagli uomini di tutti i tempi, piuttosto si fa egli prossimo ad ogni uomo di ogni tempo.
La confessione di Pietro "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" si riallaccia alla figura del Servo Sofferente che Isaia anticipa già nella Prima Lettura di oggi (cap 50) e che diventerà sempre più palese nei capitoli successivi dello stesso Libro: il Servo che offre il suo dorso ai flagellatori e non si sottrae agli insulti e ai vilipendi per amore dell'uomo.
La croce è di fatto la vera attualità che ci si aspetta da Gesù e l'espediente risolutivo delle vere istanze fondamentali dell'uomo su Dio. Sul vero Dio di ogni tempo.