Omelia (15-09-2024) |
padre Antonio Rungi |
Il crocifisso e la croce Il Vangelo della ventiquattresima domenica del tempo ordinario ci offre uno spaccato singolare della vita di Gesù nel suo viaggio verso Gerusalemme per affrontare l'imminente crocifissione. Esso si colloca perfettamente nelle festività di questi giorni. Gesù chiede agli apostoli: cosa pensa la gente di lui. Si tratta di un vero e proprio sondaggio di opinione o intervista. Gesù voleva sapere dagli Apostoli veramente cosa pensassero di lui e chiaramente in base al testo del Vangelo che accompagna la liturgia di questa domenica ci sono le risposte da parte degli Apostoli, i quali affermano che la gente dice di lui, cioè di Gesù che è Giovanni Battista, altri Elia, altri uno degli antichi profeti. Insomma, nessuno afferma chi è veramente lui. Non lo riconoscono ancora quale Salvatore, Redentore, e Messia, inviato del Padre. Non soddisfatto delle risposte date dalla gente e saltato, quindi, il sondaggio di opinione che non corrispondeva alla verità, Gesù si rivolge direttamente agli apostoli. E in questo caso, Pietro, come sempre, prende la parola e dice: "Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". A quel punto la professione di fede che Pietro fa alla presenza di Gesù è sufficiente per preparare un altro discorso che Gesù fa immediatamente agli apostoli. Infatti dice che egli deve patire molto da parte degli anziani, degli scribi, dei sacerdoti e messo a morte, ma dopo tre giorni risorgerà. Prepara gli apostoli allo scandalo della Croce. Di fronte a questa manifestazione dell'imminente sua passione e morte in croce, Pietro si innervosisce, si scandalizza e dice non sia mai Signore che ti possa capitare una cosa del genere. Sarebbe una vergogna, sarebbe una distruzione della sua dignità, della sua persona e anche del loro gruppo. A questo punto, Gesù capendo perfettamente che Pietro non aveva compreso nulla, niente della sua missione nel mondo, fa un'affermazione molto forte. Va via da me Satana, dice Gesù a Pietro, perché tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini. A questo punto che cosa c'era da fare? Bisognava richiamare la folla e far capire ad essa il senso di quella sua affermazione, di quel preludio della passione. Gesù invita coloro che lo vogliono seguire a prendere la croce. Infatti dice che chi vuol venire dietro a lui deve prendere la sua croce e seguirlo ogni giorno. Bisogna, in sintesi, secondo quello che Gesù afferma nel testo del Vangelo di oggi prendere la croce, cioè assumersi le responsabilità della sofferenza, della prova, della malattia e della stessa morte. Tutto ciò che potrebbe essere qualche cosa di negativo come qualcosa di positivo va considerato. In poche parole, possiamo ben dire che il dono della sofferenza è qualche cosa che si comprende alla luce della morte in croce di nostro Signore Gesù Cristo. Facciamo tesoro di quello che il Signore ci indica come strada della vera sequela della sua persona È cristiano colui che ogni giorno con dignità, silenzio, senza ribellione accetta le prove della vita, le affronta con coraggio e va avanti verso non soltanto il calvario, ma verso la Risurrezione finale. |