Omelia (14-03-2002) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. Come vivere questa Parola? Gesù, parlando di Giovanni Battista, lo identifica tramite questa immagine della fiaccola ardente e luminosa, immagine che fa immediatamente riecheggiare nella nostra memoria il salmo 119, laddove il salmista canta: "lampada ai miei passi è la tua parola". Ed è verissimo che Giovanni Battista è stato luce per il mondo nella misura in cui si è fatto eco vivente della Parola di Dio, "voce" di uno che grida nel deserto. Ora in questo versetto notiamo due termini; il primo è "rallegrarsi". La luce è fatta perché esponendosi ad essa ci si possa rallegrare, si abbia di che gioire, di che far esultare il cuore. Siamo fatti per la luce perché siamo fatti per la gioia! Non a caso dalla lettera ai Filippesi ci raggiunge l'esortazione paolina "Rallegratevi". Ma qual è il nostro problema? Gesù lo riassume tutto in quel "solo per un momento", dietro al quale, come cassa di risonanza, c'è l'amplificazione del peccato di idolatria del popolo di Israele (cf. la prima lettura), compiuto per infedeltà. Non siamo fatti solo per un momento di gioia, ma siamo destinati ad una gioia eterna, una felicità che non passa, che rimane profonda e inalterabile lungo la vita di ogni giorno. Quale la condizione per vivere questo non a parole ma nei fatti? Voler rimanere nella sua luce, perché molto più di Giovanni Battista abbiamo nel Signore Gesù, VERBO INCARNATO DI DIO. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò al Signore di approfondire in me il desiderio di luce e di gioia, tanto da rendermi capace di ricevere il dono della fedeltà, della costanza nel contatto quotidiano con la Sua Parola di luce. La voce di un pastore "Conducimi tu Luce gentile, conducimi nel buio che mi stringe. La notte è buia, la casa lontana. Tu guida i miei passi, Luce gentile. Cardinal Newman |