Omelia (22-09-2024)
Missionari della Via


Gesù è in cammino con i suoi discepoli e parla loro in segreto della sua passione ormai prossima. Mentre Gesù parla di passione, i suoi discepoli, anziché ascoltarlo, parlano tra loro di gloria, di primi posti da occupare. Qui c'è un problema antico quanto l'uomo che tocca la comunità di allora come le nostre di oggi: "Chi comanda? Chi è il più grande?" E Gesù, ben sapendo di che cosa avessero parlato, insegna qual è la vera grandezza di un uomo. Lui non è venuto a spegnere la sete di grandezza che c'è nel nostro cuore ma è venuto a illuminarla, a orientarla: «se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti». Cioè il più grande è quello che più serve. Servire ci dice che cosa è la vita, cosa significhi vivere davvero: sono vivo quando dono la vita agli altri. La parola "servire" ha un duplice significato: quello immediatamente negativo, che ci fa venire quasi l'orticaria, indica la servitù, l'essere da meno, soggetto con minor dignità. Ma dall'altra parte ha anche un significato positivo: significa essere utile, servire agli altri. Uno che sa servire è uno libero dal proprio io; è uno che ha scoperto il grande segreto della vita: servire è già regnare! Quante meravigliose testimonianze di santi: pensiamo a S. Camillo che baciava le ferite dei moribondi riconoscendo in esse le ferite di Cristo; o a madre Teresa che riconobbe il Cristo assetato nel povero per la strada! Tutta la vita di un cristiano deve essere orientata al bene degli altri. Progredire nella fede significa abbassarsi per servire come Dio ha fatto. Non c'è altra strada che quella del servizio; un cristiano che usa tutto a suo uso e consumo, che fa dell'arrivismo il suo centro, che mette il suo io al centro, non può dirsi vero discepolo di Cristo!

«Non si riesce a comprendere nulla del messaggio di Cristo se non si impara l'umiltà. Chi pensa di riempire i propri vuoti occupando un posto, o di trovare salvezza nell'affermarsi sugli altri non riesce mai a intuire il cuore più vero del vangelo. Gesù lo spiega facendosi aiutare da un bambino: "Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande»". Se non si diventa piccoli non si intuisce la grandezza del Vangelo. Allora domandiamoci: «Io, che seguo Gesù, mi interesso a chi è più trascurato? Oppure, come i discepoli quel giorno, vado in cerca di gratificazioni personali? Intendo la vita come una competizione per farmi spazio a discapito degli altri oppure credo che primeggiare significa servire? E, concretamente: dedico tempo a qualche "piccolo", a una persona che non ha i mezzi per contraccambiare? Mi occupo di qualcuno che non può restituirmi o solo dei miei parenti e amici?» (papa Francesco).



PREGHIERA


Signore, aiutami ad essere umile, a cercare l'abbassamento per servire, piuttosto che l'innalzamento per opprimere