Omelia (29-09-2024) |
don Michele Cerutti |
Tutti coinvolti nel costruire il regno Il Vangelo di Marco è una raccolta di informazioni che l'evangelista ha trascritto durante la predicazione di Pietro a Roma. Quindi quello che si presenta al principe degli apostoli è una comunità dove inevitabilmente i contrasti si fanno sentire. Raccontando questo aneddoto di Gesù c'è la preoccupazione del predicatore di evitare le divisioni che sono condotte dalla condizione dell'esclusività. Più conosco realtà diverse e movimenti ecclesiali mi accorgo come ognuno pensa di essere migliore dell'altro. Oggi l'episodio di Giovanni che corre da Gesù a informarlo allarmato che c'è qualcuno che opera nel nome di Cristo senza le dovute autorizzazioni ci rimanda a considerare che il Regno non lo costruisce un gruppo o un altro ma tutti siamo coinvolti e nessuno è meglio o peggio. Tutti accumunati da un principio che è la carità fatta dai piccoli gesti nell'ordinarietà. Rimango sempre colpito da Giotto che nella cappella dei Scrovegni rappresenta questa virtù come una donna che nella destra tiene un cesto pieno di frutta, fiori e spighe da offrire mentre con la sinistra porge il suo cuore - che le viene restituito - dal Cristo che lei guarda intensamente. Sulla testa, coronata di fiori, ha un'aureola e sotto i piedi calpesta sacchetti pieni di denaro. La Carità è la Virtù di coloro che - amati da Dio - offrono con gratitudine e liberalità disdegnando il possesso egoistico. Giacomo l'autore dell'epistola della seconda lettura ci invita ad andare al cuore proprio dell'amore nei confronti del prossimo mettendo in guardia da tutto quello che diventa proprio un danno contro i fratelli. Oggi viviamo in un tempo di forte diseguaglianza sociale dove la maggior parte delle risorse del pianeta è utilizzato da una piccola fetta della popolazione mondiale con un aumento esponenziale negli ultimi anni. Ma cosa dice a noi questa invettiva forte di Giacomo? Qualcuno potrebbe obiettare che non lo riguarda. Tuttavia è bene ricordarsi sempre che siamo nati in terre fortunate, ricche di beni e diritti conquistati, pur con le disfunzioni del capitalismo. Quello che Giacomo vuole offrirci è una risposta sull'atteggiamento con cui relazionarci col sistema socio-economico del nostro periodo storico: la sobrietà. Questa non può essere di facciata, ma si esprime nella ricerca dell'essenziale, nonché di consumi sostenibili e rispettosi, che mettano al centro la persona, le comunità ed il bene comune. Sono sempre più convinto che oggi siamo chiamati ad uno sforzo doppio, evitando in primis di farci risucchiare dal vortice e di trovare canali certamente più silenziosi e di meno facile accesso: declinazione della famosa "porta stretta" di cui ci parla Gesù. |