Omelia (26-09-2024)
Missionari della Via


Il testo del Vangelo di oggi ci dice che Erode voleva vedere Gesù. Questo desiderio di voler vedere Gesù sorgeva dalla sua curiosità e non certo dal desiderio di conversione o di cambiamento. Tanto è vero, che quando Erode lo vede, il suo desiderio svanisce perché Gesù si rifiuta di rispondere alle sue domande. Il silenzio di Gesù rivela Erode quale uomo corrotto dal cuore indurito. Un giorno udii una persona che, ad un corso biblico, rivelò il miglioramento avuto nel suo cammino di fede: aveva iniziato a studiare la Bibbia! Nessun desiderio di vivere una vita nuova, di incontrare Gesù, niente di niente, solo e semplice curiosità priva di senso: sapere tanto per sapere. E noi? Preghiamo, partecipiamo ai sacramenti solo per sentirci a posto con la coscienza o per cambiare in meglio la nostra vita? Quando ascoltiamo la Parola del Signore cerchiamo di metterla in pratica o se ci scomoda troppo ce la facciamo scivolare addosso? Ricordiamoci che anche Erode ascoltava volentieri il Battista ma non perché avesse intenzione di cambiare vita, specie quando questi lo invitava a lasciare Erodiade, la moglie del fratello! Ascoltando il Vangelo di oggi, domandiamoci dunque cosa il Signore ci chiede di lasciare e anche se noi abbiamo voglia di lasciare!


«Chi non si libera dal male non riesce più a vedere le cose nella loro verità, non riesce più a focalizzare qual è la via d'uscita, non avverte più un senso vero al proprio esistere. Non si può pretendere di essere felici e vivere in combutta con le logiche del male. Questa è la vera cecità del peccato. Ognuno di noi finché non confessa le pro prie colpe è nella condizione di Erode. Se Erode avesse confessato le proprie colpe e si fosse pentito, sarebbe diventato uno dei tanti santi su cui è fondata la Chiesa. A Dio non importa del nostro passato, importa di cosa ne vogliamo fare del nostro presente. Se oggi tu decidi di cambiare vita sei ancora in tempo per farti santo. Diversamente ti continuerai a rigirare nella tua palude, come il tetrarca Erode» (don Luigi M. Epicoco).