Omelia (29-09-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Commento su Marco 9,38-43.45.47-48 Don Giampaolo Centofanti (Giampaolo Centofanti blog). Nel vangelo di Luca vediamo che Gesù ha subito le nostre stesse tentazioni, anche secondo una scala graduale di maturazione: l'attaccamento ai beni terreni, poi i bisogni affettivi vissuti come possesso e dominio. Questa seconda tappa comporta un cammino nel quale l'amore di Dio ci guarisce dalle ferite, dalle ansie, dalle chiusure, dagli schemi... È un profondo venire rasserenati, semplificati, resi leggeri. Abbiamo bisogno di amore quando non il moralismo, le regole astratte ma l'amore meraviglioso di Dio comincia a manifestarsi per grazia sempre più gradualmente rinasciamo. Non sto meglio quando sono aiutato a scoprire che Dio comprende con amore la mia storia, mi guarda con fiducia, mi aiuta a scoprire davvero me stesso e dunque a stare meglio con me, con gli altri, con lui? Ma anche quando mi ha reso una persona serena, con tanti bei rapporti, gioiosa di tante cose e con tanti beni, come è accaduto anche a Gesù vi è ancora l'ultimo aspetto in cui potrò sempre più crescere: lasciarmi portare nell'abbandono in Dio, il credere nelle sue vie e non in quelle solo mie e dunque anche il cessare di vedere gli altri come ostacoli, scoprendo che ognuno a modo suo è un dono per me, per portarmi verso la piena realizzazione e per fare di me sempre più un dono di Dio, in uno scambio reciproco con gli altri. Si può cercare di portare avanti i propri progetti, anche talora difenderli da certi ostacoli, ma gradualmente ciò avviene senza doversi imporre a tutti i costi, cercando le vie della fede e dell'amore sinceri. Insomma non passiamo dal fare guerra a chiunque ci ostacola al subire tutto passivamente ma viviamo sempre più nella fiducia che il progetto più profondo che andiamo maturando è quello di Dio. Gesù voleva salvare il mondo con la fede, l'amore e la predicazione ma quando in ciò ha trovato ostacoli ha chiuso gli occhi e ha creduto che proprio per quelle vie si sarebbe realizzato il suo desiderio. Il mistero della sofferenza non è un mistero di morte ma di vita e anche di protezione dal male. Dio è nostro padre e soffre più di noi delle nostre sofferenze: da che pericoli ci sta proteggendo e verso che vita ci conduce se certo non causa lui ma permette certe sofferenze? E in questo cammino ci sostiene con la sua grazia e con tanti beni. Confesso una signora che da qualche tempo ha ricevuto un grande dono di fede ma essendo il cammino graduale non ha ancora potuto superare il suo essere molto ansiosa; poi confesso un signore che sta ricevendo più gradualmente il dono della fede ma di carattere è meno complicato; vengono a confessarsi un ragazzo e una ragazza pieni di fede e anche semplici, sereni. Chi avrebbe immaginato che era tutta una famiglia? I genitori così diversi discutevano, litigavano, ma alla fine si accettavano e i figli li hanno visti come una sola carne e hanno preso il buono di ciascuno e quella che poteva sembrare solo una fatica, ostacoli reciproci, si è rivelata la via in tutta quella famiglia per scoprire l'amore. Signore sostienici nelle difficoltà, facci coraggio, aprici il cuore alla fiducia che ci stai aprendo alla vita, facci intuire che siamo figli tuoi e come te abbiamo bisogno dello Spirito come dell'acqua e del pane e che lo Spirito è molto misterioso. Ecco il punto: se lasci fare come puoi, con semplicità, allo Spirito, lui ti porta verso una vita sempre migliore. |