Omelia (04-10-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Mt 11,28-30 «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Mt 11,28-30 Come vivere questa Parola? "Il poverello d'Assisi", come viene anche chiamato San Francesco, grande Santo che per la sua testimonianza di vita risplende nella chiesa e nel mondo intero. Il suo messaggio su "Sorella povertà" è stato vissuto da lui in radicalità, spogliandosi da qualunque possesso. Abbiamo davanti a noi colui che ha vissuto un incontro determinante con Gesù e lo ha seguito in tutto fino ad arrivare a conformarsi a Lui con le stigmate. Anche a noi oggi Gesù ci invita ad andare da Lui: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro". Sentendo queste parole mi chiedo: nella mia condizione di stanchezza e oppressione, dove vado a cercare ristoro? Ci può capitare di credere che queste situazione di stanchezza e oppressione non abbia niente a che vedere con la mia vita da cristiano. Invece sì e molto. Gesù lo dice con chiarezza, è Lui che ci ristora. Non ci toglie le tribolazioni ma ci aiuta a portarne il peso. Andando verso Lui, cercando e avvicinandoci alla sua Parola, al suo Pane eucaristico, all'adorazione dell'Eucaristia, ai sacramenti, alla preghiera potremo avere ristoro nella nostra vita. Da questo scaturisce il sollievo del giogo e del peso di cui ci parla il Vangelo. In lui troviamo la forza per affrontare la vita, è Lui la fonte dell'amore che ci fa vivere il quotidiano con una dimensione di apertura uscendo da noi stessi e donandoci con amore: la vita avrà così un senso diverso, non di peso ma di amore.
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