Omelia (07-10-2024)
Missionari della Via


Sappiamo tutti che l'amore vero comporta un uscire da sé stessi. Al contempo siamo consapevoli che non è semplice non badare al proprio tornaconto secondo i criteri umani, perciò siamo sempre pronti a giustificarci, proprio perché ci sentiamo incapaci e fragili quando amiamo. Amare infatti sembra voce del verbo perdere! Eppure non è vero che l'amore non ha il suo guadagno, porta sempre la gioia, la positività, la libertà. Invece quando l'amore si tramuta sopruso è una distorsione, diventa tossico. L'amore vero quando si concretizza nelle relazioni è sempre una reciprocità che porta un bene più profondo. La ricompensa del fare il bene è proprio quella di una vita matura, libera, che sa di paradiso. E anche quando l'amore risulta unidirezionale, perché incontra persone abusanti, è chiamato a non rimanere fossilizzato ma ad aprirsi, a risorgere. Invece, secondo il criterio del guadagno del mondo, dalle relazioni si guadagna quando c'è il prestigio e il potere, quando gli altri ci ringraziano, quando siamo le persone di riferimento nella comunità e tutto ciò diventa il metro di misura del nostro valore nel mondo. Secondo tale prospettiva non guadagno se mi faccio prossimo di un malcapitato, caso mai se mi faccio vicino a uno potente e famoso... Molto spesso ci preoccupiamo di essere riconosciuti, apprezzati, passeggiando con i nostri abiti alla moda e le nostre "insegne" di brave persone ma ci preoccupiamo poco di capire cos'è l'amore vero e di quale guadagno superiore c'è nell'essere buoni, simili a Dio, compagni della sua mentalità. Noi ci giustifichiamo, come il dottore della legge, pretendiamo di essere riconosciuti giusti, recriminiamo attenzioni restando nell'infanzia e nell'adolescenza, domandandoci poche volte: io amo gli altri? Io mi spendo per gli altri dimenticandomi di ogni tornaconto secondo i criteri del potere, accogliendo invece un guadagno divino, in felicità e letizia? Per il dottore della legge significa riconoscere che Gesù sta parlando di qualcosa di più profondo, accettare che c'è qualcosa ancora da fare, che la sua posizione sociale non è abbastanza. Non tutti hanno la maturità di accogliere il fatto che c'è sempre da crescere! Perciò ci sentiamo meglio quando ci valutiamo già arrivati, riconosciuti come riferimenti per gli altri. Eppure, le più grandi potenzialità l'acquisiscono solo le persone umili, che sanno che c'è qualcosa che le supera. L'insicuro, invece, è fondamentalmente presuntuoso e continua a ripetere: "io già lo faccio il bene!" e non si rende conto che c'è una profondità che non considera. Gesù risponde all'insicuro dottore della legge (che lo mette alla prova e giustifica se stesso) raccontando un episodio che mostra chi bisogna amare e come. Qual è il guadagno di un amore che non si può contraccambiare? Intanto Dio non ci toglie il guadagno, mai! Ma ciò che paga Dio ha un valore di ulteriorità, ha un valore che non è quello del mondo. I buoni samaritani non sono degli sciocchi che si creano dei problemi quando potevano passare diritti, sono invece persone che hanno il cuore pronto a un guadagno da Dio.