Omelia (13-10-2024)
don Roberto Seregni
Povertà, fraternità e sequela

Il Vangelo di questa domenica ci dice chiaramente che non è facile seguire Gesù. Per essere suoi discepoli dobbiamo continuamente alleggerirci e convertire le nostre logiche religiose. Gesù è un maestro esigente, propone un di più. Non basta adempiere alla legge e osservare i comandamenti. Il Maestro chiede un distacco radicale dai beni ("Vendi quello che hai") per crescere nella fraternità ("dallo a poveri") e per camminare con lui ("e vieni! Seguimi!"). Leggendo con attenzione il testo ci accorgiamo che questi tre elementi: la povertà, la fraternità e la sequela sono strettamente relazionati e interdipendenti. Molti dei nostri cammini spirituali e pastorali risultano sterili perché enfatizzano solo uno di questi aspetti, dimenticando la necessaria armonia evangelica che dona fecondità alla vita cristiana.
Mi sembra molto interessante sottolineare come Gesù ribalti completamente la domanda iniziale dell'uomo ricco. Egli chiede cosa deve "fare per avere", mentre la risposta di Gesù sposta il problema su un altro piano, quello del "condividere per seguire". Ci troviamo davanti a due logiche completamente opposte e contrastanti. Da una parte, c'è la logica religiosa della conquista, che è la logica di chi pensa che sia sufficienza fare delle buone opere per avere assicurata la vita eterna. Dall'altra, c'é la logica di Gesù, che è la logica del dono, della fiducia, della gratuità e dell'amore.
Purtroppo l'uomo ricco se ne andò triste. La Parola di Gesù lo ha toccato e ferito, ha sentito come un lampo di gioia, ma non ha potuto fare un salto di qualità. La sua è la tristezza di chi non ha saputo andare fino in fondo, di chi non ha avuto il coraggio di fidarsi e affidarsi alla Parola di Gesù.

Un abbraccio
don Roberto