Omelia (20-10-2024)
padre Ezio Lorenzo Bono
Come nel “Signore degli anelli”

I.
Nel celebre libro "Il Signore degli anelli" (eletto da un sondaggio come «libro del millennio») si parla della bella amicizia tra Frodo e Sam. Frodo, nella sua missione di portare l'anello del potere fino al Monte Fato per distruggerlo nel fuoco e salvare il mondo intero, è accompagnato dal suo amico fedele Sam che lo segue senza manie di protagonismo e desideri di gloria, ma mosso solo dal suo amore per lui. Lo sostiene in ogni momento, nonostante i pericoli, le fatiche e le insidie del viaggio. Non cerca mai di prendere il posto dell'amico o di essere l'eroe della storia, ma è lì, sempre al suo fianco, pronto a dare tutto per lui. In questo viaggio, più Frodo si avvicina alla meta, il suo fardello diventa sempre più insostenibile e Sam si dimostra più che un semplice compagno di avventure: è un vero esempio di amicizia e lealtà, sta sempre vicino a lui e non lo abbandona mai.

II.
Nel Vangelo di questa domenica troviamo i due discepoli, Giacomo e Giovanni, che si avvicinano a Gesù con la loro richiesta di stare alla sua destra e sinistra nella sua gloria. Ci è sempre stata presentata questa richiesta come una pretesa ambiziosa, mossa dalla volontà di primeggiare sugli altri. Ma se guardiamo da un altro punto di vista, notiamo che ciò che chiedono non è il potere, il comando o il prestigio, bensì la vicinanza, stare vicino a Gesù. Giacomo e Giovanni amano profondamente Gesù e desiderano stare il più possibile vicini a Lui, partecipare non solo alla sua missione, ma anche al suo destino. E come biasimarli? Chi di noi non desidererebbe stare vicino al Signore sempre, fianco a fianco?
Gesù non rimprovera i due discepoli di essere ambiziosi, ma li porta a riflettere su ciò che comporta lo stare vicini a Lui: "Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?". La loro risposta è commuovente: "Lo possiamo". Non è una risposta arrogante, è una risposta d'amore. Loro sono sicuri del loro amore per Gesù e lo dimostrano non solo a parole ma anche nei fatti: Giacomo è il primo apostolo che donerà la sua vita per Gesù con il martirio, e Giovanni rimarrà accanto a Gesù fino ai piedi della croce, correndo il rischio di essere anche lui arrestato e ucciso. Lui vuole solo stare sempre vicino all'amato Maestro come nell'ultima cena quando appoggia il capo sul suo petto.

III.
In conclusione.
L'autore del "Signore degli anelli", John Ronald Reuel Tolkien, fervente cattolico amante dell'eucarestia, non ha mai nascosto l'analogia sottesa tra il suo racconto e la morte e resurrezione di Gesù. Ha coniato il termine "eucatastrofe" (buona catastrofe) riferito alla morte di Gesù, definendola una buona catastrofe perché ha originato il grande evento della resurrezione. Questa "eucatastrofe" primaria, secondo Tolkien, viene riflessa analogamente nelle eucatastrofi secondarie, che ritroviamo in varie storie e miti, come nella conclusione del romanzo del "Signore degli anelli" (finale che ancora una volta non rivelerò per rispetto di chi non ha ancora letto il libro).
Nel suo viaggio verso il Monte Fato, Frodo è esausto, non ce la fa più a continuare. Ed è proprio in quel momento che Sam fa un gesto straordinario, un atto di puro amore e dedizione, dicendogli: "Non posso portare l'Anello per te, ma posso portare te!". Carica l'amico sulle spalle e lo porta verso la meta. Sam non si sostituisce a Frodo, non cerca di prendere il suo posto nella missione, ma aiuta l'amico a portare il peso del suo fardello, e cioè potremmo dire che ha bevuto il suo calice e ricevuto il suo battesimo. Sam non può sostituirsi a Frodo, perché solo lui può compiere quella missione. Allora prende parte alla missione caricando l'amico sulle spalle. Così anche noi, non possiamo sostituire Gesù nella sua missione redentrice, ma possiamo prendere parte a questa missione, caricando Gesù sulle nostre spalle nel cammino della nostra vita, e cioè "bere il suo calice" e ricevere il suo battesimo.
E allora con amore coraggioso, come Giacomo e Giovanni chiediamo anche noi a Gesù di farci stare accanto a Lui, se non proprio alla sua destra e sinistra che è "per coloro per i quali è stato preparato", abbastanza vicini a Lui da poter sentire il suo profumo.

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