Omelia (16-10-2024)
Missionari della Via


Nascondersi dietro l'esteriorità è un guaio per tutti noi che cerchiamo sempre l'apparire e viviamo spesso di questo. Tante volte sui social, persone che vivono vite tragiche e sofferenti, ci tengono a far vedere le foto della loro vita incredibilmente da favola. Così facendo, quello che pensano gli altri diventa il criterio principale non solo degli adolescenti, ma anche degli adulti e di intere famiglie. Anche nella fede ci può essere questo rischio, quello di sembrare persone sorridenti e buone e nascondere rancori, inimicizie, litigiosità. Tante persone vivono con una spiritualità dei gesti esteriori. Per molti questa esteriorità è davvero spicciola: basta suonare uno strumento o cantare in chiesa, fare la catechista o essere sempre presente per sentirsi a posto ed esimersi da una fede umile. Partiamo spesso con buoni propositi, ma poi il mezzo diventa per noi il fine: "vado a cantare in chiesa; vado in chiesa perché sono la catechista; prego perché sono una brava persona...", e finiamo per essere farisei e mettere solo pesi, raccontando e rendendo l'esperienza di fede pesante. La fede, invece, ha bisogno di profondità, di un lavoro minuzioso soprattutto all'interno, non solo esteriore. Noi cerchiamo di combattere per emergere, eppure il Signore ci chiama ad andare in profondità.

«Rientrate nel vostro cuore, prevaricatori, e unitevi a colui che vi ha creati. Restate con lui, e resterete saldi; riposate in lui, e avrete riposo» (Sant'agostino).


Margherita Maria Alacoque

Margherita nasce in una famiglia benestante nella Borgogna del 1647. I suoi genitori sono ferventi cattolici, ma non abbastanza da consentire che una loro figlia diventi suora. Eppure, Margherita già da giovane si consacra al Signore con voto di castità, ma solo a 24, vincendo le resistenze dei suoi, riesce a entrare nell'Ordine della Visitazione fondato da San Francesco di Sales.

Tra le sue consorelle Margherita - che prendendo i voti ha aggiunto al proprio il nome di Maria - non si trova bene: lei da sempre ha visioni della Madonna, ma non ne parla mai. Le voci, però, girano, e molte tra le suore e tra i suoi superiori non le credono o addirittura si prendono gioco di lei, lasciando intendere che sia malata o pazza. Sarà il suo padre spirituale, il gesuita Claude de la Colombière, a riconoscere in lei il carisma dei Santi e a ordinarle di raccontare le sue esperienze mistiche in quella che diventerà la sua autobiografia, giunta fino a noi. Lei all'inizio resiste, poi per obbedienza acconsente, ma mentre scrive resta convinta di farlo solo per sé, non si rende conto del valore di ciò che sta raccontando in quelle pagine. Dal 1673 Margherita Maria inizia a ricevere anche le visite di Gesù che le chiede di avere particolare devozione al Suo Sacro Cuore, che le appare "raggiante come un sole, con la piaga adorabile, circondato di spine e sormontato da una croce, adagiato sopra un trono di spine". Dal suo racconto verrà fuori l'iconografia che conosciamo oggi, e dal suo impegno l'istituzione della festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù, fissata all'ottavo giorno dopo il Corpus Domini.

Questa è la preghiera al sacro cuore di Gesù che recitava la santa:

Dono e consacro al Cuore adorabile di Gesù
la mia persona e la mia vita, le mie azioni,
pene e sofferenze per non più servirmi
di alcuna parte del mio essere,
se non per onorarlo, amarlo e glorificarlo.

È questa la mia irrevocabile volontà:
essere tutto suo e fare ogni cosa per suo amore,
rinunciando a tutto ciò che può dispiacergli.

Ti scelgo, Sacro Cuore di Gesù,
come unico oggetto del mio amore,
custode della mia vita, pegno della mia salvezza,
rimedio della mia fragilità e incostanza,
riparatore di tutte le colpe della mia vita
e rifugio sicuro nell'ora della mia morte.

Sii, o Cuore di bontà e di misericordia,
la mia giustificazione presso Dio Padre
e allontana da me la sua giusta indignazione.

Cuore amoroso di Gesù, pongo in te la mia fiducia,
perché temo tutto dalla mia malizia e debolezza,
ma spero tutto dalla tua bontà.

Distruggi in me quanto può dispiacerti.
Il tuo puro amore s'imprima profondamente nel mio cuore
in modo che non ti possa più dimenticare o essere separato da te.

Ti chiedo, per la tua bontà, che il mio nome sia scritto in te,
poiché voglio vivere e morire
come tuo vero devoto.
Sacro Cuore di Gesù confido in te!