Omelia (20-10-2024)
don Giampaolo Centofanti
Commento su Marco 10,35-45

Questi discepoli hanno ascoltato, nel brano immediatamente precedente il vangelo odierno, l'annuncio di Gesù circa la sua morte e resurrezione. E non scappano via, hanno ricevuto un gran dono di fede: lo seguiranno anche per quelle strade difficili. Ma ancora vedono la vita bella promessa come un occupare posti di prestigio e di potere. Il vangelo di oggi ci viene profondamente a liberare da queste visuali fonti di malessere, insicurezza, competizione, giudizio. Gesù è Dio, dà la vita per noi eppure non può nemmeno decidere chi starà alla sua destra e alla sua sinistra. Gesù è Dio e suo cibo - dice- è fare la volontà del Padre. È conseguenza del peccato originale il pensare di star bene imponendosi sugli altri, avendo un successo esteriore. Ciò che dà vita è la grazia, la fede, l'amore, i rapporti semplici e autentici. Non serve a nulla vantarsi di qualche risultato esteriore, alle persone che cercano rapporti umani semplici non interessano queste cose, interessa il bene, l'amicizia. Sono paure e incertezze personali che si proiettano sugli altri. Il razionalismo imperante vuole appiattire tutto pensando di fare uguaglianza. Ho conosciuto delle femministe che hanno detto che prima lottavano per questa uguaglianza piatta ma si sono sentite soffocate, snaturate e hanno compreso che la donna è di pari valore rispetto all'uomo, che è giusto abbia per esempio nel lavoro gli stessi diritti ma che bisogna anche considerare il suo essere donna, diversa dall'uomo. Impressionante che Gesù queste cose le ha vissute duemila anni fa mentre è stato un cammino anche per la Chiesa comprenderle sempre più.
Viviamo in un'epoca difficile dove pochi potenti teleguidano il pensiero della gente con i grandi mezzi di comunicazione ma anche durante la vita terrena di Gesù erano tempi difficili. Maria nel Magnificat canta che la storia è portata avanti da Dio con la collaborazione delle persone che cercano il bene. E Gesù in questo brano dice letteralmente che coloro che "sembrano" comandare "signoreggiano sotto" espressione davvero interessante che da un lato intende mettere sotto, dominare, dall'altro può significare signoreggiare male, mettere sotto sé stessi. Ci può sembrare talora di essere impotenti nelle situazioni della vita personale e tanto più nella vita sociale invece Maria dice che i veri potenti sono i piccoli che cercano di accogliere la luce che Dio infonde nel loro cuore. Questi permettono che Dio porti loro e gli altri verso la vita pur in mezzo a mille eventuali ostacoli e difficoltà. Invece quando si cade nell'inganno di voler imporre a tutti i costi i propri piani si ingarbuglia il portarci di Dio, nel suo sostegno. Per questo Gesù dice che beati sono i miti perché erediteranno la terra. Le cose che danno vita sono doni di Dio non cose che ci prendiamo da soli per vie fasulle. Ogni dono anche materiale di Dio è una grazia. Senza la grazia ogni cosa si svuota e non ci fa bene, anche se Dio nella sua misericordia cerca di sostenerci lo stesso. Siamo figli di Dio, fatti per lasciarci portare per mano da lui. Ecco il motivo di ansie, paure, competizioni: voler avere tutto sotto controllo e sperimentare che è impossibile, decidere cosa fare a tavolino invece di scoprire giorno per giorno nella preghiera, con Dio, le risposte che ci fa trovare nella vita reale, dove lui agisce. Una persona subisce un grave torto da un collega e decide di metterlo in riga. Poi il suo cammino spirituale la aiuta a pregare, a lasciar maturare la risposta da dare camminando giorno per giorno con Dio e la situazione si risolve da sola. Mentre la sua reazione forte l'avrebbe ostacolata. Non che talora non ci si debba difendere... Una ragazza ha due ragazzi che le fanno la corte e si confronta con me su cosa è giusto fare. È agitata perché ha tanti dubbi. Poi insieme vediamo che è bene riflettere sui criteri validi ma anche non decidere a tavolino ma insieme a Dio giorno per giorno. Sente una gioia nuova di cercare di camminare con Dio e piano piano trova la sua bella strada. Anche la vita concreta, non solo la fede, ci porta verso l'abbandono fiducioso in Dio e lo fa persino il sonno. San Giuseppe agitato dall'aver trovato Maria incinta, stremato dai pensieri, si addormenta e finalmente facendo silenzio nel suo assopimento può ascoltare lo Spirito che gli fa mettere i pezzi a posto. Come non fidarsi di quella bravissima ragazza? E poi ricorda le scritture che dicono che la vergine concepirà, lui pensava ex vergine ma le scritture dicono proprio vergine. Ed
ecco perché avevano sentito questa singolare e apparentemente contraddittoria chiamata a sposarsi ma anche a vivere la verginità...