Omelia (18-10-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Commento su Luca 10,1-9 Che gioia, che pace, che libertà, si respirano gradualmente sempre più se Dio dona di seguirlo! Seguire e lasciare non vuole dire mettere il saio e vivere di elemosina. Un padre di famiglia non è chiamato a fare questo. Come potrebbe crescere i figli? La grazia, se Dio chiama a seguirlo, conduce gradualmente verso il lasciarsi portare da Dio e il vivere ogni cosa in lui. Dunque non si tratta sempre di un distacco materiale dalle cose ma di un mettere sempre più ogni cosa al suo giusto posto, scoprendo anche di goderla molto più pienamente. Non vi è da una lato la vita spirituale e dall'altro quella umana. L'umanità è via per la scoperta dello Spirito autentico, che scende a misura, come una colomba. Se qualche valore calpesta l'umanità, la fa sentire ingabbiata, forzata, schematizzata, incupita, stranita, vi è qualcosa da comprendere in modo diverso perché non è Dio a causare questo. Gesù ha detto agli apostoli che per il momento non erano capaci di portare il peso di cose di Gesù che la Chiesa avrebbe potuto maturare nel corso dei secoli, tornando sempre più profondamente al vangelo. Per esempio in San Paolo, un grande santo che tanto ha contribuito alla crescita e alla diffusione del cristianesimo, si trovano affermazioni che manifestano limiti come quando dice che è meglio non sposarsi. Una visione che svaluta l'umano in direzione di una vita che però così più che pienamente spirituale soffre di venature spiritualistiche. Infatti matrimonio e sacerdozio sono vie di pari valore e pienezza di vita nel cammino della santità e dipendono solo dalla vocazione di ciascuno. |