Omelia (19-10-2024) |
Missionari della Via |
Il Vangelo di oggi ci parla della persecuzione, il momento in cui si vede chiaramente su chi è riposta la nostra fiducia. Sì, nel momento della prova, quando ingiustamente ci accusano di qualcosa e ciò si concretizza in atti che possono portare a delle conseguenze: «vi porteranno davanti ai magistrati e alle autorità» lì si sperimenta dov'è riposta la nostra fiducia. In un istante la persecuzione ci rivela se siamo in relazione con Gesù o se siamo sempre noi stessi al centro anche della preghiera. Quest'ultima per alcuni può diventare un calmante psicologico, un rito da ripetere per "propiziarsi le grazie" da Dio, insomma, un ulteriore modo per far emergere il proprio Io. Gli effetti benefici della preghiera non devono far dimenticare che ci si rivolge a Qualcuno. Gesù ci chiede di riconoscerlo davanti agli uomini, di vivere in relazione con Lui, e quindi di fidarci della sua presenza, del suo Amore che agisce comunque. Il peccato contro lo Spirito Santo è proprio il non riconoscere l'amore e bestemmiarlo. Un sacerdote un giorno parlando di un momento di prova, disse a noi missionari: "ricordatevi che Gesù non solo fu crocifisso, ma fu bestemmiato, rinnegato con disprezzo!". Sì, possiamo passare facilmente alla bestemmia se al centro si incancrenisce il nostro Io; da qui il grande peccato, non riconoscere l'amore! |