Omelia (15-10-2024) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Lc. 11, 37-41 Come vivere questa Parola? "Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi". La tentazione per tutti, anche per i credenti, è quella di lasciarsi scivolare di nuovo in forme di schiavitù di vario tipo, perché siamo troppo deboli ma anche discretamente presuntuosi e perché ci sentiamo più sicuri nelle nostre soddisfazioni immediate o semplicemente nello stare sottomessi al nostro dovere per di più sotto l'approvazione degli altri. Mentre la strada della vera libertà è avere una fede che opera attraverso la carità. Gli scribi e i farisei si sentivano a posto perché si preoccupavano semplicemente di osservare esteriormente tutto un insieme di leggi e di norme, con cui campavano il diritto davanti a Dio di essere benedetti da Lui e di ottenere per questo la vita eterna. Per questo Gesù li contesta e trasgredisce apposta determinate regole di galateo a tavola, ritenute importanti da loro come se fossero delle norme religiose e lo fa per richiamarli a ciò che essi trascurano, ossia avere un cuore retto che crede fermamente e opera con convinzione soprattutto ciò che riguarda il servizio della carità verso gli altri (= dare in elemosina quello che c'è dentro). E' significativo allora l'esempio di S. Teresa d'Avila, che, illuminata dallo Spirito Santo, pur in mezzo a molte difficoltà, ha saputo riformare la vita religiosa carmelitana, che in gran parte si era ridotta a semplici osservanze esteriori senza una interiorità di vita e per di più con comportamenti ambigui. Invece, avere una fede che opera attraverso la carità significa che nel nostro agire curiamo particolarmente le intenzioni e le motivazioni piuttosto che la semplice osservanza esteriore dei comandamenti e delle regole della convivenza sociale. Che S. Teresa ottenga anche a noi questa conversione fondamentale per vivere degnamente la libertà che Cristo ci ha portato.
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