Omelia (21-10-2024) |
Missionari della Via |
La cupidigia ci prende tutti, spesso anche perché nella vita non abbiamo avuto molto o abbiamo fatto sacrifici, perciò tendiamo a conservare, a non condividere ciò che abbiamo, con la paura di restare senza. Ad esempio, quanti problemi abbiamo per le eredità: riusciamo a litigare senza remore anche per i beni che hanno guadagnato gli altri! Fecero così anche coloro che chiesero a Gesù di in-tervenire per questioni di beni, ma il Signore li spinse ad andare al cuore della questione: «Tenetevi lontani da ogni cupidigia!». Infatti, se ci guida la cupidigia (che il poeta Dante descriveva come cieca e ammaliatrice), diventiamo distruttivi, ci riduciamo al punto di affermare, con la nostra vita e le nostre guerre, che la cosa più preziosa che ci hanno lasciato in eredità i genitori o parenti sono i beni, i soldi, le proprietà e indichiamo a tutti con il nostro modo di fare che sono queste le cose che contano, che a noi interessano, non la pace, la familiarità, la fraternità, la concordia. Il mondo ci dice che accumulare è tutto, tante persone fanno fatica a distinguere ciò che serve veramente dal di più, anche nel piccolo alcuni conservano invece di condividere. Ma Dio risponde a tutti noi: «Stolto oggi ti verrà chiesta la vita e tu cosa vuoi dare in cambio, i soldi, i tuoi beni, i tuoi tesori?». Allontaniamoci dalla cupidigia, che ci fa' chiudere il cuore alle cose importanti e ci fa disperdere nelle cose che passano, facendoci perdere di vista il vero bene. La pecorella (traduzione italiana della poesia di Trilussa) Una povera Pecora imprudente, passando un fiume spensieratamente, cascò nell'acqua, fece: glu-glu-glu, e non si vide più. Naturalmente, tutte le compagne, saputo il fatto, corsero sul posto e incominciarono a piangere. - Povera Pecorella! - Lei ch'era tanto buona! - Lei ch'era tanto bella! - Pure l'uomo andò: ma, nella furia di dimostrare la pietà cristiana, invece di strillare: - Povera Pecora! - strillò: - Povera lana! |