Omelia (22-10-2024) |
Missionari della Via |
È difficile per noi parlare della morte, sentirci pronti a quel momento a cui non vogliamo pensare ma che tutti sappiamo di dover affrontare. Non si sa quando e dove, la morte è un grande mistero, e sappiamo bene quale dolore ci procura quando ci si para dinanzi inattesa. Perciò pochi ne parlano, si esorcizza la sua presenza con il silenzio: la morte ci intristisce! Ciò fa correre il rischio di non prepa-rarsi, di non ascoltare mai parole che ci preparano a stare pronti! È bellissimo, invece, come Gesù ci prepara: «state pronti come coloro che aspettano il padrone che ritorna dalle nozze». Egli ci dice di aspettarlo come un uomo venuto a noi da una festa che ci trova svegli nonostante noi non abbiamo festeggiato. È un invito a pensare che, nonostante la sofferenza, dobbiamo avere fiducia in questa relazione con Dio: Egli porta la festa, non si sa se in mezzo alla notte o prima dell'alba, ma saremo beati se nonostante la sofferenza, nonostante in questo mondo non viviamo solo di gioie ma anche di fatiche, di contrattempi, di persecuzioni e anche di dolori, saremo pronti. Dio è come se ci dicesse: "nonostante tutto ciò che vivi, pensa che verrai verso di me, stai sempre pronto alla festa del cielo, che ho preparato per te". «Desidero dirvi che siamo attesi per l'Eterno Amore in paradiso! Dobbiamo pensare al paradiso! La carta della nostra vita cristiana la giochiamo puntando sul paradiso! Questa certezza e questa attesa non distoglie dai nostri impegni terreni, anzi li purifica e li intensifica, come ne è prova la vita di tutti i Santi. La nostra vita è un cammino verso il paradiso, dove saremo amati e ameremo per sempre e in modo totale e perfetto. Si nasce solo per andare in paradiso. Il pensiero del paradiso deve rendervi forti contro le tentazioni, impegnati nella vostra formazione religiosa e morale, vigilanti circa l'ambiente in cui dovete vivere, fiduciosi che, se sarete uniti a Cristo, trionferete di ogni difficoltà. Un grande poeta francese, convertito nella sua giovinezza, Paul Claudel, scriveva: "Il Figlio di Dio non è venuto a distruggere la sofferenza, ma a soffrire con noi. Non è venuto a distruggere la croce, ma a distendervisi sopra. Ci ha insegnato la via di uscita dal dolore e la possibilità della sua trasformazione" (Paul Claudel, Positions et propositions). Prego la Vergine Santissima che vi accompagni con la sua protezione» (san Giovanni Paolo II, papa). |