Omelia (01-11-2024) |
don Michele Cerutti |
Santi uomini e donne in cammino Scuoterò la coscienza di qualcuno che probabilmente è abituato a venerare i santi con quella sorta di aureola che li rende inavvicinabili. Credo che quando presentiamo questi campioni della fede abbiamo il compito di aiutarli a farli scendere dagli altari per far scoprire attraverso loro che la santità non è dei superuomini, ma è alla portata di tutti. Si è Santi solo se disponiamo il cuore e lo apriamo alla grazia di Dio. Quanti errori si sono fatti in agiografie nel passato dove preoccupati di presentare dei macisti di virtù si è resa la santità così distante ed irraggiungibile da creare in chi li leggeva una sorpresa leggendaria. Penso a San Luigi Gonzaga che a detta di uno zelante biografo, proteso a donare informazioni preziose, il piccolo rampollo non si allattava dal seno della madre i Venerdì di Quaresima. A volte andando, invece, direttamente alle autobiografie andiamo alla scuola della santità con più passione perché sono propri i santi stessi capaci di trasmetterci limiti e vie di uscita. Mentre medito penso a queste figure vengo a conoscenza che alcuni hanno anche avuto pensieri suicidi. Non solo quelli che, come Santa Elisabetta Anna Seton, che tentò di suicidarsi prima della conversione, ma Santi come Ignazio di Loyola che hanno scoperto che la salute mentale è peggiorata dopo il proprio cambiamento di vita e preso dagli scrupoli si era ormai convinto che non ci fosse più speranza per lui e solo la paura di offendere Dio ha impedito di gettarsi dalla finestra. Santa Maria Maddalena de Pazzi ha combattuto contro il desiderio di porre fine alla propria esistenza. I santi sono coloro che vivono nella consapevolezza che in loro vi è un tesoro dentro in vasi creta perché la santità passa anche su strade così strane agli occhi del mondo che comprendere la figura del primo canonizzato nella storia diventa complesso. Questi infatti è il buon ladrone che sulla Croce implora il perdono per ciò che ha commesso in vita. Cari amici solo chi ha sperimentato l'abbraccio della misericordia comprende bene questa figura. Diversamente ci limiteremmo a dire perché premiare un uomo che nella vita non ha fatto nulla di buono. Pensate agli atleti delle Olimpiadi sono bastati anni di sforzo per mettere a repentaglio il risultato mentre il buon ladrone ci dice che basta un istante per aprire le porte della vita eterna. Basta riconoscersi non onesti, non puri e non impeccabili, ma uomini e donne con la consapevolezza di aver sbagliato e in cammino. Quello che mi piacerebbe leggere sono agiografie che siano la risposta di un invito che Santa Bernardette, la veggente di Lourdes ha fatto risuonare: Vorrei che si scrivessero i difetti dei santi e quanto essi hanno fatto per correggersi ciò servirebbe assai più dei loro miracoli e delle loro estasi. Buona festa dei Santi, dove il motto lo offre San Giustino Rusollilo fondatore dei vocazionisti: Fatevi Santi tutto il resto è zero! |