Omelia (24-10-2024)
Missionari della Via


Un Gesù che porta divisione non riusciamo a concepirlo. Per il nostro criterio, ogni divisione è negativa, eppure non è così! Se stai con gente violenta o abusante devi separarti; ma anche nella quotidianità se decidi di sposarti devi separarti dalla tua famiglia di origine; se rispondi sì alla vocazione religiosa dovrai sopportare la separazione da modi mondani e anche dalle persone care. Se fai una scelta qualsiasi tipo, devi rinunciare ad altre cose, rinunciare ad altri modi di vivere e di fare. Separarsi però non vuol dire rinnegare quello che hai vissuto prima o non amare più, vuol dire semplicemente scegliere, direzionare la propria vita e trasformare i modi di relazionarsi. Vale ancora di più nel giudizio di Dio: niente sarà neutro, perciò ci separeranno le scelte, il grano e la zizzania, il bene e il male. Separare non è male, tranne quando c'è un'opera di separazione dal bene. Il diavolo, infatti, è denominato anche come il separatore: egli, infatti, attua una separazione negativa, ti separa cioè dalle scelte buone. Ad esempio, se sei sposato, ti mette dubbi sul fatto che i tuoi genitori sono più importanti della famiglia che hai formato, si insinua nella tua scelta e cerca di distruggere la serenità matrimoniale e il benessere dei figli; ci conduce ad essere assenti, ci mette nel cuore il fatto che siamo irriconoscenti verso i genitori e non sappiamo più regolarci, dare delle priorità. Oppure se sei chiamato alla vita religiosa ti mette nel cuore che i tuoi genitori hanno bisogno solo di te, e che potresti realizzarti e fare grandi cose senza consacrarti, anzi, potresti anche fare del volontariato e risolvere così il tuo anelito di generosità. Ecco, il diavolo cerca in tutti i modi di separarci dal bene, di darci dei surrogati che non ci fanno sbocciare nel nostro cammino. C'è un fuoco che può animarci: quello portato da Gesù che non consuma la vita ma la accende; perciò siamo chiamati a scegliere, a deciderci per Cristo.

«Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione» (Lc 12,51). Egli è venuto a "separare col fuoco". Separare che? Il bene dal male, il giusto dall'ingiusto. In questo senso è venuto a "dividere", a mettere in "crisi" - ma in modo salutare - la vita dei suoi discepoli, spezzando le facili illusioni di quanti credono di poter coniugare vita cristiana e mondanità, vita cristiana e compromessi di ogni genere, pratiche religiose e atteggiamenti contro il prossimo. Coniugare, alcuni pensano, la vera religiosità con le pratiche superstiziose: quanti sedicenti cristiani vanno dall'indovino o dall'indovina a farsi leggere la mano! E questa è superstizione, non è di Dio. Si tratta di non vivere in maniera ipocrita, ma di essere disposti a pagare il prezzo di scelte coerenti - questo è l'atteggiamento che ognuno di noi dovrebbe cercare nella vita: coerenza - pagare il prezzo di essere coerenti col Vangelo. Coerenza con il Vangelo. Perché è buono dirsi cristiani, ma occorre soprattutto essere cristiani nelle situazioni concrete, testimoniando il Vangelo che è essenzialmente amore per Dio e per i fratelli (papa Francesco).