Omelia (25-10-2024)
Missionari della Via


Cercare il senso profondo della realtà è fondamentale. Se siamo esperti nel valutare ogni cosa, nello scovare i migliori ritrovati ad ogni problema fisico, alimentare, sociale, tecnologico e anche ad aumentare i guadagni, allo stesso tempo sembra che ci venga difficile andare in profondità. Tuttavia la vita per essere sana ha necessariamente bisogno di questo ambito di profondità. Molte persone si arricchiscono, vivono nelle comodità eppure il loro linguaggio tradisce disordine, dipendenze, frustrazioni perché ciò di cui sono esperti non risponde alle domande più profonde sul senso del vivere. Come dice il Vangelo, siamo diventati espertissimi del funzionamento della vita e del creato (tant'è che abbiamo effettuato scoperte scientifiche eclatanti, medicine innovative), siamo capaci di gestire imperi economici eppure abbiamo difficoltà a valutare la presenza di Cristo nel mondo. A cosa ti serve essere realizzato se poi non sai riconoscere ciò che serve realmente al tuo cuore? Nessuno, anche tra quei "super cristiani" che stanno sempre in Chiesa, può coltivare la pretesa di essere a posto coprendosi di esteriorità, facendo di Dio una mera sapienza. Il Vangelo è di più, è un'esperienza, l'arte del vivere da Dio, perciò non si può vivere di esteriorità, di primi posti, di incarichi, di onori, di studi. Tutte queste cose sono funzionali, servono, ci aiutano ma non sono il cuore della fede. Gesù ci chiede di andare in profondità, di leggere tutto alla luce del Vangelo, per diventare sapienti delle cose di Dio, testimoni di un modo di vivere evangelico. Per fare ciò non possiamo partire dall'esteriorità. Quante volte, quando tutto viene letto con occhi troppo umani, non siamo capaci di valutare neanche la bontà, perciò siamo in debito davanti all'amore, nel debito di non saperlo riconoscere.

«Un aneddoto racconta di un vescovo che durante la vita passava per santo, stimato da tutti, e che dopo la morte appare al suo segretario in visione, circondato da fiamme di fuoco. Allora il segretario, stupito e sbalordito, gli dice: «Eccellenza, ma voi sembravate un santo!». E lui: «Eh, davanti a Dio non basta apparire santi, bisogna esserlo davvero!». Non basta apparire, bisogna essere: essere tutto quello che noi siamo nel Signore. Sai che se tu vai a fondo su questo, ti viene una voglia matta di vivere il Vangelo? Tutto, tutto, tutto! [...] Non basta apparire sinceri, bisogna esserlo. Pensa per un istante di vederti sempre sincero... che bello! Non basta apparire umili, bisogna esserlo davvero. Non basta accogliere col sorriso, con quel sorriso meccanico che dopo un po' che ridi ti fanno male le guance. No! Accogli invece il tuo fratello nel cuore. «Ma da dove devo incominciare?». È semplice: in ogni cosa chiediti che cos'è gradito a Dio; questa è la giustizia. E tieni lo sguardo fisso sopra di Lui. «E per quanto riguarda il mio prossimo?». Se vuoi cominciare un cammino che ti porterà sempre più lontano, ti dico: ama sempre per primo, ama gratuitamente, ama senza chiedere risposta, ama perché sei figlio di Dio» (don Oreste Benzi).