Omelia (26-10-2024) |
Missionari della Via |
Giudicare gli altri è brutto soprattutto perché è un mutilare l'umanità, è colpire l'altro nella sua sensibilità. Allo stesso tempo è qualcosa che distrugge noi stessi, perché ci convince di essere mi-gliori degli altri, di essere premiabili e dunque anche protetti da ogni male proprio in virtù della nostra bontà. Certo c'è da chiedersi se è logico avere questo pensiero davanti a Gesù che muore in cro-ce: forse Lui non era giusto? Il Vangelo di oggi ci dice che coloro che sono vittime di ingiustizia, come quegli uomini uccisi per volere di Pilato, non pagavano una colpa, ma comunque sia la loro morte ci deve interpellare sulla qualità della nostra vita. Come abbiamo deciso di vivere? Crediamo di essere migliori di loro, più innocenti? No, abbiamo bisogno tutti di conversione. Dio proprio per questo ci insegna la sua pazienza, come quella che si ha con il fico che non produce frutto. Dio aspetta la nostra conversione. Forse ci servirebbe pensare di essere quell'albero da frutto che ora deve chiedersi cosa produce, non tanto misurarci con gli altri. Mi capita spesso di dover ribadire ad alcune persone: "perché passi il tempo a guardare e giudicare cosa fanno gli altri e a misurarli rispetto a te per vedere se il loro valore è maggiore o minore, se rispettano le regole o altro?". Forse dovremmo dedicare più tempo a coltivare la terra del nostro cuore per convincerci con serietà di dover necessariamente somigliare più a Dio e al suo pensiero per produrre i suoi frutti. Consapevoli, però, che Gesù dopo averci intimato la conversione, nella seconda parabola ci dice che spera in noi, come un paziente agricoltore che aspetta il tempo della maturazione. Io«Lui crede in me [...] Il suo scopo è lavorare per far fiorire la vita: il frutto dell'estate prossima vale più di tre anni di sterilità. E allora avvia processi, inizia percorsi, ci consegna un anticipo di fiducia. E non puoi sapere di quanta esposizione al sole di Dio avrà bisogno di una creatura per giungere all'armonia e alla fioritura della sua vita. Perciò abbi fiducia, sii indulgente verso tutti, e anche verso te stesso» (p. Ermes Ronchi). |