Omelia (28-10-2024) |
Missionari della Via |
Commento su Luca 6,12-16 Dopo la preghiera, Gesù scelse dodici persone comuni e diede loro il nome di apostoli, cioè inviati. Sono persone comuni, lavoratori, uomini di diversa età, alcuni parenti fra di loro! Oltre ad essere persone comuni erano anche liberi al punto tale che Giuda poté anche tradire Gesù, Pietro rinnegarlo, Tommaso fuggire a cercarlo lontano dalla comunità dopo la sua morte in croce. Noi spesso pensiamo che Dio scelga apostoli, consacrati, preti, vescovi, persino i santi perché sono persone speciali o comunque un po' meglio degli altri, o "di quelle che ne nascono poche". Invece no, Dio scommette su persone comuni, come te, persone che sbagliano, che chiedono perdono, che hanno storie diverse e caratteri particolari. Chiede loro la responsabilità di servire, di essere inviati per questo, non per loro capacità: tutti servitori dell'Amore. Ovviamente Gesù distingue gli apostoli dalla folla ma applica i suoi insegnamenti a tutti. La fede si è diffusa in tutto il mondo, tra le folle anonime, tramite persone fragili, che hanno deciso di corrispondere all'invito di Gesù. Non basta però essere scelti; potrebbe confermarlo Giuda, nominato da generazioni "il traditore". Gesù aveva sbagliato a valutare "la santità" del prescelto? No, Gesù sceglie persone normali e libere, anche di sbagliare e rifiutarlo oppure, al contrario, libere di aderire a un progetto d'amore. Infatti, un altro apostolo con lo stesso nome, Giuda, detto Taddeo (che è un soprannome che in aramaico significa "il magnanimo" e del quale oggi commemoriamo la festa, insieme all'apostolo Simone), visse come un vero inviato dell'amore. Giuda e Simone vissero senza prendere nulla per il viaggio, senza mezzi ed effetti speciali, senza volontà di fare clamore ma con lo zelo di annunciare Gesù per viam, andando in diversi paesi del mondo per testimoniare quello che avevano vissuto. Secondo alcune fonti, nell'anno 107 sarebbero stati uccisi insieme in Persia, durante la persecuzione dei cristiani, sotto il dominio dell'imperatore romano Traiano, perciò vengono festeggiati insieme. Pensiamo a persone comuni che fanno la differenza, che sono diverse fra di loro e sono disposte ad andare dall'altra parte del mondo, di rispondere di sì ad una chiamata. A noi la possibilità di fare la differenza, ognuno nella nostra chiamata. «Simone era soprannominato lo zelota. Che fosse zelota era evidente per tutti quelli che lo incontravano. Uno "zelota" odiava i romani e sognava un Messia liberatore politico. Aveva la spada. Pietro aveva la spada. Giacomo e Giovanni erano uomini così impulsivi e focosi da essere soprannominati "figli del tuono" e da augurare una distruzione infuocata dal cielo per tutti i Samaritani. Matteo era un pubblicano senza scrupoli, collaborazionista con l'impero e affamatore del suo popolo. Odiato. Giuda Iscariota da più di duemila anni non ha bisogno di altre presentazioni. Dopo una notte di intensa preghiera solitaria chiamati a sé i suoi già molti discepoli, Gesù elegge tra tutti i possibili questi campioni. Mi incoraggia. Gesù chiamò uomini così duri. Visto che le percentuali vanno di moda, possiamo dire che almeno il 50% delle colonne della Chiesa nascente erano pura dinamite. Che bello il Vangelo vero! La buona notizia di Dio che regna in una storia vera fatta di uomini reali, anche sanguigni» (don Maurizio Botta). |