Omelia (09-11-2024)
Missionari della Via


Gesù è più forte del male e smascherandolo porta allo scoperto le sue radici! Per noi, spesso è difficile riconoscere il male; vi è chi lo vede dappertutto e chi non lo vede in nessun posto. Soprattutto, lo temiamo nelle sue manifestazioni esteriori, impauriti da un immaginario frutto della visione di film dell'orrore. Il male agisce fortemente nel mondo, tant'è che nella Scrittura il diavolo è detto principe di questo mondo (cfr Ef 2,2). Egli agisce con la sua arma più forte che è la tentazione; più ci allontaniamo da Dio, dalla Chiesa e dal bene, e più siamo esposti alle sue suggestioni. Meno abita in noi la luce della sua Parola e della sua grazia più scambiamo i valori delle cose e prendiamo il male per bene, dividendoci dagli altri "per questioni di principio", invidiando, litigando, sparlando, calunniando, facendo guerre... Inoltre, il male ci tenta a non fidarci dell'insegnamento della Chiesa e a cercare autorevoli santoni e veggenti da osannare, dimenticando che i veri autorevoli sono i santi, ed essi sono nella Chiesa e fedeli al suo insegnamento. Se, infatti, non abbiamo un riferimento che garantisca la verità (che nel caso nostro è l'insegnamento della Chiesa che, come dice san Paolo, è colonna e sostegno di verità, 1 Tm 3,15), qualsiasi cosa diventa giusta o sbagliata in base alle nostre preferenze, ergendoci a Dio di noi stessi. Ad esempio, sarebbe molto utile per i cattolici praticanti conoscere l'insegnamento della Chiesa (magistero) che è contenuto nei testi scritti dal Papa e dai vescovi che ci indicano l'insegnamento garantito dallo Spirito Santo, e conoscere anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, un testo che contiene tutto ciò in cui, alla luce della parola di Dio, un cattolico crede. Tutto questo sarebbe utile anche per via di un relativismo comune ai nostri giorni che porta alcuni uomini di Chiesa ad annunciare se stessi. Solo così, coltivando il contatto con Dio (mediante la preghiera e i sacramenti) e meditando la sua parola, formando la coscienza e avendone contatto, potremo identificare e vincere le suggestioni del maligno. Certi che Gesù sgomina sempre il male anche quando esso si struttura nella società e anche in uomini o in strutture della Chiesa. Perciò restiamo vigili, semplici come le colombe che non vivono nel terrore di essere preda, e astuti come serpenti, che sanno riconoscere dove il male agisce.

«Di fatto, quando Gesù ci ha lasciato il "Padre Nostro" ha voluto che terminiamo chiedendo al Padre che ci liberi dal Maligno. L'espressione che lì si utilizza non si riferisce al male in astratto e la sua traduzione più precisa è «il Maligno». Indica un essere personale che ci tormenta. Gesù ci ha insegnato a chiedere ogni giorno questa liberazione perché il suo potere non ci domini. Non pensiamo dunque che sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un'idea. Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti. Lui non ha bisogno di possederci. Ci avvelena con l'odio, con la tristezza, con l'invidia, con i vizi. E così, mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita, le nostre famiglie e le nostre comunità, perché «come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8). La Parola di Dio ci invita esplicitamente a «resistere alle insidie del diavolo» (Ef 6,11) e a fermare «tutte le frecce infuocate del maligno» (Ef 6,16). Non sono parole poetiche, perché anche il nostro cammino verso la santità è una lotta costante. Chi non voglia riconoscerlo si vedrà esposto al fallimento o alla mediocrità. Per il combattimento abbiamo le potenti armi che il Signore ci dà: la fede che si esprime nella preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la celebrazione della Messa, l'adorazione eucaristica, la Riconciliazione sacramentale, le opere di carità, la vita comunitaria, l'impegno missionario» (Papa Francesco).