Commento su Lc 6,12-13
Come vivere questa Parola?
Siamo tutti discepoli e apostoli di Dio. È bella la consapevolezza che Dio ci abbia scelti da sempre per stare con lui (apostoli) e per stare con le persone come segni del Suo Amore (apostoli).
Siamo davvero suoi figli amati e siamo davvero in missione per conto di Dio. Alcuni atti di amore, alcune delicatezze, certi gesti di perdono e di cura... possiamo farli solo noi, se non li facciamo noi, nessun'altro li farà.
Prova a renderti conto di questo e prova a pensare quale atto di amore, per conto di Dio, puoi fare per quella persona.
È anche per quella persona e per quel gesto che Lui ti ha voluto da sempre.
Padre Buono, fonte della vita e di ogni storia, sorgente della bontà e di ogni vocazione, non farci mai mancare il dono dello Spirito, perché possiamo restare sempre uniti al Tuo Figlio amato e siamo resi degni di portare il Suo Amore nel mondo. Te lo chiediamo per Cristo, nostro Signore.
La voce di un santo Papa
Le parole che Gesù ha detto agli apostoli sono emblematiche e si riferiscono non solamente ai Dodici, ma si riferiscono a tutte le generazioni delle persone che Gesù Cristo ha chiamato attraverso i secoli. È un problema centrale per la Chiesa, per la fede, per il futuro della fede in questo mondo: le vocazioni.
Le vocazioni, ogni vocazione è un dono di Dio secondo queste parole di Gesù.
Io ho scelto voi. Allora è una scelta, una elezione di Gesù che tocca sempre la persona, ma questa persona vive in un certo contesto di famiglia, di società, di civiltà, di Chiesa. Allora, la vocazione è un dono, ma è anche la risposta a questo dono. Come ciascuno di noi come il chiamato, il prescelto, sappia rispondere a questa chiamata divina dipende da molte circostanze, dipende da una certa maturità interiore della persona, dipende da quella che è detta collaborazione con la Grazia di Dio.
Giovanni Paolo II, Udienza generale del 29 settembre 1993
Commento di ADL - info@sanbiagio.org