Omelia (03-11-2024) |
padre Paul Devreux |
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». La risposta a questa domanda era scontata per tutti: osservare il riposo del sabato. Considerato il più grande perché nel settimo giorno, anche Dio si riposò. Ma se Gesù risponde cosi, la domanda successiva sarebbe stata: "Perché non l'osservi? Perché guarisci di sabato?" E sarebbe cominciata una di quelle discussioni inutili, come se ne fanno tante. Gesù non ci casca. Risponde citando un testo di Mosè, che abbiamo ascoltato nella prima lettura. Ma prima domandiamoci: "cos'è per me un comandamento?". Per me è una dritta, una luce, un faro che mi indica la strada, soprattutto nei momenti difficili. Gesù rispose: «Il primo è: "Ascolta, Ascolta Paul. Ascoltare nel linguaggio biblico significa dare retta, mettere in pratica ciò che ho ascoltato, dargli importanza. "Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l'unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza". Praticamente ama il tuo Dio con tutto te stesso. Ma come si fa? Con lunghe preghiere? Gesù per pregare ci dà solo il "Padre nostro". La risposta penso che ce la dà il secondo comandamento; ASCOLTIAMOLO! Il secondo è questo: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Non c'è altro comandamento più grande di questi». Gesù ne parla come se fosse un tutt'uno con il primo, e in effetti lo è. Facciamo un esempio: Posso invitare una persona a cena dicendogli: "Vieni da solo perché non sopporto tua moglie e i tuoi figli?". Il segno che amo Dio lo vedo da quanto riesco ad amare le sue creature. Personalmente devo dire che la prima conseguenza dell'aver scoperto l'esistenza e la presenza di Dio nella mia vita, è stata quella di cominciare ad accorgermi della presenza degli altri e di quanto sono importanti per me. Da lì il bisogno di imparare ad amarli tutti, senza mai rifiutare e giudicare nessuno. Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gli olocausti e i sacrifici corrispondono alla religiosità dell'antico testamento, ma ancora oggi c'è chi ne è schiavo, tant'è vero che c'è chi pensa che la benevolenza di Dio va meritata, il che corrisponde al un pagare con sacrifici e offerte. Amare Dio e le sue creature, perché mi sento amato da lui, è molto diverso dall'amare per guadagnarmi o meritarmi il suo amore. È il sentirmi amato da Dio che mette in me il desiderio di amare, e non viceversa. Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Signore grazie per questo Vangelo; questa buona notizia. Buona domenica. |