Omelia (03-11-2024)
padre Ezio Lorenzo Bono
Il “sacro cervello di Gesù”

I.
In questi giorni è stata pubblicata la nuova enciclica di Papa Francesco dal titolo "Dilexit Nos" e cioè "Ci ha amati", nella quale riflette il tema centrale dell'amore di Cristo per l'umanità, un amore rappresentato in modo speciale nel Sacro Cuore di Gesù. Il cuore, simbolo universale di amore e compassione, è da secoli al centro della devozione cristiana, poiché rappresenta la misericordia e l'umanità del Cristo. Ma io mi chiedo: perché ci si è sempre concentrati sul "Sacro Cuore" e mai sul "Sacro cervello" di Gesù?
In questi ultimi anni è apparsa una disciplina emergente detta neuroteologia. Il noto neuroscienziato Andrew Newberg, ha esplorato come pratiche religiose e spirituali attivino specifiche aree cerebrali, mostrando che il cervello umano sembra "configurato" per il trascendente. Un altro neuroscienziato, Patrick McNamara, invece, ha esaminato l'effetto delle esperienze religiose sulla nostra identità, sostenendo che l'amore e la spiritualità possono unificare la persona e creare un "Sé ideale" attraverso il circuito religioso che coinvolge amìgdala e corteccia prefrontale. Questi studi mostrano in modo interessante come anche la mente sia intimamente coinvolta nelle esperienze di fede, offrendo un nuovo punto di vista su cosa significhi amare Dio.

II.
Nel Vangelo di questa domenica, uno scriba interroga Gesù su quale sia il comandamento più grande, e Gesù risponde dicendo che è quello di amare Dio non solo con il cuore, l'anima e le forze, ma anche con tutta la mente. Lo scriba traduce il comando di amare con tutta la mente con l'espressione "amare con l'intelligenza," suggerendo una dimensione cognitiva dell'amore. Pertanto dobbiamo esaminarci se amiamo Dio solo con il sentimento, o mettiamo anche la mente e il discernimento al servizio della nostra fede?
Amare con la mente significa vivere una fede matura e consapevole, che integra cuore e ragione e sa rendere ragione della nostra fede. La mente ci permette di riconoscere e discernere i modi più sani e giusti di amare, evitando un attaccamento irrazionale o emotivo. È un invito a non separare l'aspetto emotivo da quello razionale dell'amore per Dio e per il prossimo, come tra l'altro, suggerisce lo stesso Papa Francesco nell'enciclica.

III.
In conclusione.
Nel Prologo al IV Vangelo, Giovanni afferma: "In principio era il Logos." Qui, "Logos" significa "parola" ma anche "ragione" o "intelligenza," e rappresenta la sapienza divina che ha creato il mondo. In una sorprendente interpretazione visiva di questa idea, Michelangelo nella Creazione di Adamo nella Cappella Sistina, raffigura Dio all'interno di una forma simile a un cervello, e non in una forma simile a un cuore.
Pensare alla dimensione razionale della nostra fede non è un dettato della teologia o della neuroteologia, ma è il comandamento di Dio stesso ricordato da Gesù, che non vuole essere amato solo con tutto il cuore e tutta l'anima, ma anche con tutta la nostra mente.
Sviluppare una devozione oltre che al Sacro Cuore di Gesù, anche al "Sacro cervello di Gesù" ci porterebbe a crescere con una fede meno sentimentale e più ragionevole.

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