Omelia (03-11-2024) |
don Michele Cerutti |
Perno di tutto il comandamento dell' amore La domanda che si sottopone a Gesù questa domenica è molto semplice: "Qual è il più grande comandamento della Legge?". La risposta del Maestro non si fa attendere e la conosciamo tutti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso". Rabbi Simlaj disse: "Sul monte Sinai a Mosè sono stati enunciati 613 comandamenti: 365 negativi, corrispondenti al numero dei giorni dell'anno solare, e 248 positivi, corrispondenti al numero degli organi del corpo umano... Poi venne David, che ridusse questi comandamenti a 11, come sta scritto [nel Sal 15]... Poi venne Isaia che li ridusse a 6, come sta scritto [in Is 33,15-16]... Poi venne Michea che li ridusse a 3, come sta scritto: ‘Che cosa ti chiede il Signore, se di non praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio?' (Mi 6,8)... Poi venne ancora Isaia e li ridusse a 2, come sta scritto: ‘Così dice il Signore: Osservate il diritto e praticate la giustizia' (Is 56,1)... Infine venne Abacuc e ridusse i comandamenti a uno solo, come sta scritto: ‘Il giusto vivrà per la sua fede' (Ab 2,4; cf. Rm 1,17; Gal 3,11)" (Talmud babilonese, Makkot 24a). Gesù va al cuore di tutta la casistica e si rifà a Dt 6,4-5: Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. E unisce Lv 19,18: Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore. Le due dimensioni non possono subire scissione alcuna sono strettamente unite. Amare Dio e amare il prossimo sono due aspetti fondamentali che evitano derive idolatriche o filantropiche. Le prime distolgono dalla visione corretta di Dio perché ci offrono una immagine distante, la seconda invece ci indirizza agli uomini dal punto di vista emotivo, ma quando le emozioni vengono meno allora il nostro impegno si affievolisce. Amare Dio e amare il prossimo strettamente uniti ci offre il giusto orientamento della nostra esperienza cristiana. Il prossimo non va inteso alla maniera levitica. Con Gesù il prossimo va oltre il proprio clan. Israele intendeva questo amore come riferito ai propri connazionali. Tuttavia, anche nel pensiero ebraico si è giunti a una maturazione. Il libro del Siracide al capitolo 13 versetto 18 afferma: La misericordia dell'uomo riguarda il suo prossimo, la misericordia del Signore ogni essere vivente. Certo non vuol dire trascurare chi ci è più vicino. Molto spesso pensiamo al povero dell'Africa, ma poi c'è difficile ravvisare il bisogno di chi ci vive accanto come familiare, amico o prossimo di casa. Tuttavia, il nostro cuore deve aprirsi anche alle necessità dei fratelli più lontani. In sintesi, una persona dona amore se ha sperimentato per primo l'Amore. Noi amiamo Dio perché Dio ci ha amati per primo. Molta acredine che oggi respiriamo nasce da questa incapacità di aver sperimentato il fatto di essere stati abbracciati da questo Amore. Abbiamo appena celebrato la festa dei Santi, uomini e donne di diversi stati di vocazione, che hanno compreso di essere stati amati da Dio e hanno cercato di donare questo Amore con le loro virtù eroiche e qualcuno anche donando la vita completamente. Hanno risposto alla chiamata di Dio nel battesimo in mezzo alle tante difficoltà, ma comprendendo che attingendo da Lui si può essere a nostra volta portatori di questo Amore. |