Omelia (01-11-2024)
don Andrea Varliero
C'è una sola tristezza, quella di non essere santi

Solennità di Tutti i Santi, festa di Luce e di senso: non i potenti, non i dittatori, non gli armati, ma coloro che hanno cambiato il corso della storia sono stati i santi. All'origine delle Nazioni, dei popoli e delle culture troviamo uomini e donne santi. Così Benedetto da Norcia: ha scandito il nostro tempo con «Ora et Labora», il lavoro e la bellezza del riposo in Dio, ha creato il filo infinito dei monasteri delle biblioteche e degli ospedali, ha bonificato l'Europa. Così due fratelli Cirillo e Metodio: inventarono un alfabeto per unire Oriente a Occidente, il cirillico perché il barbaro e il colto si comprendessero. Così Domenico: riuscì a mantenne unita l'intera Europa nel bel mezzo della tempesta. Così Francesco: riuscì a riformare, senza frantumare, la Chiesa, con la perfetta letizia del Vangelo. Così Ildegarda: tracciò vie alla scienza contemporanea con una visione unitaria tra Dio, umanità e Natura; tutto è in relazione, scriveva questa donna già mille anni fa. Così Chiara d'Assisi: sorella povertà sono respiro al nostro stile operoso, alla cura che non ostenta. Così Brigida di Svezia, così Caterina da Siena, così Giovanna d'Arco, così Teresa d'Avila: donne di immensa politica, capaci di far tornare papi a Roma, di mantenere intatti interi popoli, donne forti e di voce autorevole. Così Camillo de Lellis: se godiamo degli ospedali e della salute come li abbiamo in questa parte del mondo, è grazie al suo chinarsi verso il malato. Così Vincenzo de Paoli e Alfonso De Liguori: se abbiamo la coscienza di un diritto garantito specialmente al più povero, è grazie alla loro carità. Così Giovanni Bosco, che educare è un fatto del cuore: la scuola e l'educazione che noi viviamo sono figlie dei santi dell'Ottocento. Così Charles de Foucauld: se esiste la possibilità di un dialogo con i musulmani, è grazie alla sua vita ai margini del deserto. Così Teresa, che ha cambiato l'idea del santo come un eroe nella santità della piccola via. Così Edith Stein: ha scritto nella sua carne ebraismo e cristianesimo, fino ad Auschwitz. E santi scienziati: Alberto Magno; Steensen, che ha avviato gli studi dell'anatomia moderna; santi medici come Giuseppe Moscati, Riccardo Pampuli, la pediatra Gianna Beretta Molla; santi matematici, fisici e astronomi come Enrico Medi; santi chimici come Mendeleev, santi genetisti come Lejuenne, scopritore della sindrome di Down. E santi politici: il sindaco di Firenze Giorgio La Pira, i padri dell'Europa Alcide de Gasperi e Robert Schuman, fondatori di partiti e sindacati come don Luigi Sturzo. Santi che hanno frantumato muri e abbattuto dittature con la sola fede: penso a Giovanni Paolo II. Sono loro, i santi, coloro che portano più vita, che mandano avanti la Storia.
Nell'immenso elenco dei santi, incontriamo davvero ogni esperienza di vita: il primo santo ha continuato ad essere quello che è sempre stato, un ladro, ha rubato persino il posto in Paradiso. Incontriamo tra i santi persino assassini condannati all'ergastolo. Persino persone affette da forti malattie, sia fisiche che psichiche. Persino persone semplici, senza cultura. Persone povere e persone ricche, giovani e vecchi, sposati e consacrati, vedovi e vergini. Non c'è il santo, non c'è il santino: ci sono infiniti volti santi quanto infinite sono le strade della vita. I santi li abbiamo anche incontrati, ci hanno anche sfiorati: tanti e tanti volti che ci hanno trasmesso una fede, un sorriso, un gesto che parlava di Dio. I santi della porta accanto.
La bellezza del festeggiarli oggi sta nel riportarli al cuore: oggi vorrei pensare a loro non come voci e volti del passato, ma come nostro presente, come nostro necessario presente. Questo nostro tempo, questa nostra Chiesa, questa nostra comunità, questa nostra famiglia, questi nostri figli hanno bisogno di santi. Non di eroi, ma di santi. Non di perfetti, ma di santi. Non di freddi burocrati o devoti, ma di santi. Di persone felici, uomini e donne che accordano un sorriso, uomini e donne pienamente realizzati, perché è riflesso nel loro volto il volto stesso di Dio. Uomini e donne delle beatitudini: anche se è sofferenza, anche se sono lacrime, anche se è dolore e malattia, anche se è persecuzione, persone felici. Uomini e donne capaci di dimenticarsi per un attimo di una parola insidiosa come non mai, la parola io, e di lasciar entrare un'altra parola immensa, Dio. «Il segreto della santità è lasciar fare a Dio e cessare di essere di alcun ostacolo alla sua santa volontà» (Paul Claudel). Persone sante con quello che siamo, con la nostra piccola vita, chiamati a diventare santi con quello che c'è.
Troppe volte abbiamo associato al Santo parole come: eroe, triste, noioso, martire, paziente, di sacrificio, uomo di mortificazione, in odio alla vita. Oggi la liturgia mi indica invece: sorriso, felicità, realizzazione, vita piena, passione, entusiasmo, abbraccio, casa, amicizia e famiglia. Beati. È vero, è tremendamente vero: al mondo «c'è una sola tristezza, quella di non essere santi» (Léon Bloy). (don Andrea)