Omelia (05-11-2024)
don Giampaolo Centofanti
Commento su Luca 14,15-24

Don Giampaolo Centofanti (Giampaolo Centofanti blog). Senza la grazia non si può nulla. Quando si riceve la grazia di una chiamata più profonda alla sequela talora non si viene subito toccati in modo sconvolgente, come lo Spirito pure può fare. Talora la chiamata fa intuire in qualche modo che seguendo Gesù si troverà vita nuova ma ancora tale vita non la si sperimenta più concretamente mentre si vedono gli apparenti vantaggi di ciò a cui si è attaccato. Talora tra l'altro si tratta di attaccamenti buoni: la famiglia, i figli, per loro si fa di tutto e Dio viene dopo. Una signora partecipa settimanalmente ad un cammino di fede ma una volta salta l'incontro perché il marito e la figlia arriveranno più tardi per la cena e non vuole fare trovare loro la cena da riscaldare. Poi mi chiede se ha fatto bene. Le rispondo che solo Dio sa fare crescere con amore una persona, cosa far fare ad una persona in una specifica situazione, ma in un graduale cammino di crescita, certo tenendo conto anche di tante situazioni specifiche, tendenzialmente diciamo: se la moglie andasse ad un incontro dove ottiene uno scatto importante di carriera con aumento di stipendio di tremila euro per il marito e ottiene che la figlia trovi il lavoro e il fidanzato migliori per lei cosa dovrebbero i due alla moglie e mamma, di restare per la cena o di andare all'incontro? Se pur potendo ascoltare la chiamata si resta attaccato alle proprie cose Dio perdona, cerca di sostenere ugualmente ma certo se non si apre il cuore potrà essere più difficile trovare una vita sempre più serena e piena. Talora accade che qualche persona sperimenti passaggi di debolezza: per esempio si va in pensione e si perdono le soddisfazioni lavorative di prima ma quella povertà in realtà consente di essere più bisognosi e liberi verso la chiamata alla vita vera.