Omelia (03-11-2024)
padre Antonio Rungi
La carità il centro della nostra identità di cristiani

Il testo del Vangelo di questa trentunesima Domenica del Tempo ordinario ha come tema portante quello della carità. Si parla del comandamento più importante, cioè il primo in senso assoluto e che dobbiamo valutare, considerare e osservare.
In quel tempo, leggiamo oggi, "si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò". Gli Scribi e Farisei sono gli interlocutori sistematici di Gesù. In questo contesto sono gli scribi a rivolgersi a Gesù. Essi erano gli addetti alla trascrizione dei Testi Sacri. La domanda che pongono al Maestro riguarda la conoscenza dei comandamenti. Da Gesù vogliono sapere quale fosse il più importante comandamento. Vogliono sapere se effettivamente Gesù avesse conoscenza della Sacra scrittura. Chiaramente, essendo lui l'autore di tutte le leggi, conosceva benissimo tali leggi. Gesù risponde in questi termini, "il primo è: Ascolta Israele", che è un invito a mettersi in sintonia con quella che è la volontà di Dio, con quelli che sono i disegni di Dio. Il Signore è il nostro Dio, è l'unico Signore, non ce n'è un altro al di fuori di Lui. Lo sappiamo che l'idolatria non fa parte dell'esperienza di un vero cristiano, di un credente. Un solo Dio noi professiamo in tre persone Padre, Figlio e Spirito Santo. Ebbene proprio in questa Trinità, in questo mistero di amore all'interno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, all'interno delle relazioni trinitarie nasce questo comandamento: amerai il Signore tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. Quindi fondamento di ogni esperienza di amore a livello generale, personale, ecclesiale, sociale e mondiale è questa ammissione che c'è un Dio a cui dobbiamo massimo rispetto. Con lui dobbiamo relazionarci in termini completi, pieni, senza lesinare forze e tantomeno tempi. Il Signore va amato con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e il secondo comandamento è il seguente amerai il prossimo tuo come te stesso. Quindi Gesù abbina i due comandamenti in un unico grande comandamento dell'amore. Non c'è altro comandamento più grande di questo. Quindi in sintesi mettendo insieme l'amore verso Dio e l'amore verso il prossimo noi esplicitiamo attraverso il nostro modo di amare, l'unico comandamento che esprime amore ed è amore. Lo scriba gli disse: "Hai detto bene Maestro". È come se fosse un'interrogazione, come se avesse risposto ad una domanda, ad un quesito. Lo scriba. replica, è secondo verità che Egli è unico e non ce né altri al di fuori di Lui. La conferma della unicità di Dio, il monoteismo, come viene definito, è amarlo con tutto il cuore, con tutta l'intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso, significa che vale più di tutti gli olocausti e sacrifici. Se non amiamo siamo dei falliti. L'amore è alla base di ogni nostro comportamento, anche nel dare tutto noi stessi nel servire gli altri. Chiediamo al Signore la grazia di un amore senza limiti e senza tempi, per essere in perfetta sintonia con ciò che è religione vera ed autentica.