Omelia (10-11-2024) |
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Nel Vangelo di oggi troviamo Gesù nel Tempio che insegna alla folla, per cui insegna anche a tutti noi. Quando leggo il Vangelo, cerco di mettermi sempre nell'atteggiamento di essere presente anch'io finché Gesù parla, perché così le sue parole sembrano dette proprio anche a me. Penso che sia questo il comportamento che noi dovremmo avere quando ascoltiamo la sua Parola perché il Vangelo è per tutti i tempi: lo è stato per i contemporanei di Gesù, lo è per noi e lo sarà per tutti quelli che verranno dopo di noi. È un libro che ci insegna a vivere con la "V" maiuscola, che ci aiuta ad essere proprio come Gesù ci vuole! Per questo è il "Libro dei libri!". Non so se mi è consentito fare questo esempio... forse lo potremmo paragonare agli scritti del grande genio Einstein, il più importante fisico del XX secolo. Senza di lui la scienza moderna non avrebbe raggiunto i livelli del giorno d'oggi: libri importantissimi, dunque, che hanno cambiato il corso della storia, che ci hanno permesso di vivere una vita migliore, libri basati sull'intelligenza della mente. Però questi libri, pur essendo fondamentali, non lo sono come il Vangelo perché il Vangelo è basato sull'intelligenza del cuore: tutta un'altra cosa! Il Vangelo ci dà il "LA" cioè la nota di partenza, la nota su cui si deve accordare tutta la nostra vita per imparare ad Amare. È questo quello che Gesù sta insegnando oggi nel Tempio: come si fa ad amare. E parte parlando degli scribi: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti". Gesù non dice "guardate", ma "guardatevi", cioè state attenti, allontanatevi da questo modo di essere, dal desiderio di farvi ammirare: pericolo grave, nascosto! Guardatevi dal farvi trattare come delle stars, dal voler avere i primi posti, dal voler sfoggiare bei vestiti, dal ricevere saluti ossequiosi.... Qui potremmo soffermarci un po' e pensare se anche qualche nostro comportamento si rifà a quello degli scribi... Io mi ricordo che, quando ero a scuola, c'era un mio compagno di classe molto bravo, intelligente ma, come dicevo prima, non aveva l'intelligenza del cuore. Lui prendeva sempre i voti più belli, si divertiva a farsi vedere il migliore e, soprattutto, non dava una mano a nessun compagno di classe. A ripensarci adesso lo definirei uno "scriba". Certamente voi non siete così perché sapete bene quali sono gli insegnamenti di Gesù! Ma vediamo chi erano gli scribi. Erano i maestri della Legge ed erano anche i copisti che curavano la trascrizione della Legge, e quindi i suoi conoscitori e custodi. Svolgevano anche la funzione degli avvocati e dei giudici che ci sono ai nostri giorni. Sapete cosa facevano? Si mettevano nel Tempio, nel portico di Salomone, e lì accoglievano le persone per chiarire problemi di eredità, controversie, contrasti di varie origini e risolvevano il tutto alla luce della Torah, la Legge appunto, che loro conoscevano perfettamente. Lo facevano facendosi pagare, e molto anche! Anche dai poveri. Anche tante vedove andavano da loro. All'epoca, le vedove vivevano in condizioni molto disagiate, nessuno si curava di loro, erano senza servizi sociali, senza appoggio dalla famiglia, spesso erano costrette, per vivere, a mendicare o a fare altri lavori che tolgono ogni dignità. La condizione della vedova, perciò, era la peggiore che si potesse immaginare. Andavano dagli scribi, dunque, anche quelle vedove che avevano subìto ingiustizie da parte di qualche prepotente e che speravano di essere difese. E gli scribi davano ragione all'ingiusto... E cosa dice Gesù di questi scribi?: "Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa". Cosa vuol dire? Che questi personaggi che si mettevano al posto di Dio prendevano tutto a delle povere donne che non avevano difesa; e, in più, facevano preghiere chilometriche per farsi vedere... "Saranno puniti severamente!", dice il nostro Maestro. "Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte". All'epoca di Gesù, c'era un "luogo del tesoro" che, a quanto pare, si trovava nel cortile delle donne. Secondo fonti antiche, c'erano 13 casse del tesoro intorno al muro di questo cortile. Erano in forma di trombe rovesciate, con piccole aperture in alto e la gente vi metteva dentro le offerte. Un sacerdote controllava il valore delle monete, e dichiarava ad alta voce l'entità e l'intenzione dell'offerta, gettandola nella cassa corrispondente. Solo nella tredicesima si gettavano le offerte spontanee e senza intenzione. È facile immaginare come questo modo di fare favorisse una sorta di gara ad essere visti. Sarebbe come voi, quando prendete un bel voto, ve lo stampaste sulla fronte per farlo sapere a tutti! Continuando il Vangelo: "Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: "In verità io vi dico: questa vedova così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri". Avete capito il perché di questa affermazione di Gesù? Vorrei che mi diceste voi... Ora che avete fatto le vostre riflessioni, rileggiamo come la spiega Gesù agli apostoli: "Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei, invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere". È una povera vedova ad essere indicata come l'esempio più alto dell'insegnamento di Gesù. Non c'è niente di più antievangelico dell'esibizione dei ricchi che gettavano monete per farsi vedere. La riservatezza, il nascondimento e il dare tutto di questa donna rappresentano invece la grande lezione che Gesù vuole dare ai suoi discepoli, e anche a noi. Noi valiamo non perché siamo visti, osannati, ma valiamo quando abbiamo il coraggio di fidarci e di affidarci a Dio completamente. Questa donna è una vedova, ciò significa che nessuno la aiuta a mantenersi perché suo marito non c'è più. Eppure gli unici spiccioli che ha non se li tiene per sé ma li dona. Quel gesto sembra dichiarare: "Dio provvederà a me". A voi che siete piccoli non è chiesto di dare tutto a livello di soldi, ma il Signore vi chiede di dare qualcos'altro di voi, cioè il vostro tempo, le vostre capacità, la vostra allegria, la vostra disponibilità, il vostro coraggio, la vostra tenerezza, il vostro aiuto nei confronti di chi ha bisogno. E vi assicuro che più date e più ricevete in gioia per l'avere donato. Gesù infatti sarà sempre vicino a voi col suo amore perché Egli si manifesta soprattutto a coloro che in Lui hanno fiducia e che a Lui si affidano. Commento a cura di Maria Teresa Visonà |