Omelia (12-11-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Commento su Luca 17,7-10 Don Giampaolo Centofanti (Giampaolo Centofanti blog). Può accadere che una persona avverta una chiamata a seguire Dio con fiducia che lo porti sulla via della vita ma può accadere che tale persona non abbia ricevuto subito una grazia tale da sperimentare immediatamente nuovi grandissimi benefici, intuisce in qualche modo che scoprirà cose belle. Così se questa persona cerca di vivere le nuove chiamate che sente come quella per esempio di pregare un po' di più o di perdonare una persona o di partecipare ad un cammino di crescita un'ora alla settimana, ecco questa persona cerca di vivere nel bene ma facendolo un po' a denti stretti, le sembra di stare facendo uno sforzo per Dio, anche se alla sua serena portata. Ma proprio cercando di seguire Dio anche così, senza ancora una più potente luce, la luce però su questa strada entra e può accadere che questa persona sperimenti gradualmente una grazia che le riempie il cuore, in modo nuovo. Allora questa persona che pensava di aver fatto lei tante cose buone ora comprende che è stata la grazia di Dio che gliele ha fatte fare per portarla in questa vita rinnovata più serena, più piena. Proprio come il servo di questa parabola che pensa dopo una giornata di lavoro di dover anche preparare la cena al padrone. Ma poi nella grazia che viene comprende che è stata la grazia a portarlo su questa strada e a donargli sempre più vita e che il bene che ha vissuto era Dio dentro di lui che glielo faceva vivere ed è Dio in realtà che lui serve a questa cena che è la mensa eucaristica, la grazia della parola e dell'eucarestia nella quale riceviamo sempre più vita ed ogni bene: è Dio che serve noi a questa mensa. |