Omelia (10-11-2024) |
padre Antonio Rungi |
L' obolo della vedova Il Vangelo della trentaduesima domenica del tempo ordinario ci offre l'occasione per riflettere su due virtù fondamentali che hanno attinenza con la vita di ogni credente, particolarmente per coloro che si professano cristiani. La prima virtù da praticare è l'umiltà. Infatti Gesù nel testo del Vangelo che fa parte della liturgia della parola di Dio di questa domenica mette in evidenza come è da condannare il comportamento degli Scribi e dei Farisei che amano mettersi in mostra, cercare i primi posti nelle sinagoghe, il prestigio personale per far vedere che sono retti e giusti e che sono migliori degli altri. Gesù condanna questo comportamento per un semplice fatto che il credente ebreo come il cristiano deve essere umile, non deve cercare i primi posti o manifestare ostentazione della propria persona, ma prestare un servizio umile e disinteressato verso gli altri, verso la società, in considerazione di quei valori che sono alla base di ogni religiosità. L'altra virtù da coltivare è la solidarietà e la condivisione. Gesù si trovava nel tempio di Gerusalemme, dove si era posizionato per osservare il comportamento di coloro che entravano nel tempio e facevano la loro offerta. Ha subito notato il duplice comportamento dei ricchi, di coloro che avevano disponibilità economiche e che versavano in buone condizioni. Questi versavano nella cassa del tesoro il superfluo e soldi in quantità enorme. Agivano così per evidenziare la loro superiorità economica, segno per alcuni anche della presunta superiorità individuale e soggettiva. Sbagliatissimo tutto questo da un punto di vista etico, morale e religioso. Dall'altro lato Gesù fa osservare come una vedova senza nessun elemento caratterizzante un'economia florida, definita dallo stesso Gesù come povera, nel tesoro lascia un piccolo aiuto, privandosi del necessario per vivere. Ciò al fine di testimoniare il suo affetto verso il Signore, la sua attenzione verso la casa di Dio. Un gesto autentico e sentito. Gesù esalta questo comportamento della vedova che rinuncia anche all'essenziale per venire incontro alle necessità del tempio di Gerusalemme. Solidarietà nella povertà è il messaggio che affiora da questo gesto. È sempre vero che sono i poveri ad aiutare altri poveri. È difficile che un ricco aiuti spontaneamente e Istintivamente il povero, perché il ricco tende ad accumulare, a conservare, a potenziare il suo prestigio economico, mentre il povero proprio perché non ha niente, è più libero di donare, oltre che di ricevere. Impariamo da questi testi biblici, soprattutto da questo Vangelo, a essere persone umili, semplici a cercare gli ultimi posti e non certamente i primi e soprattutto ad essere generosi nel servizio verso le cause che hanno attinenza con i bisogni del prossimo Anche la solidarietà nella chiesa va alimentata per poter incontrare le sofferenze, i bisogni e tutto ciò che è necessario per dare una mano ai poveri. |