Omelia (15-11-2024) |
Missionari della Via |
Possiamo dire che Gesù, narrando due eventi dell'Antico Testamento, cerca di svegliare tutti noi. Parla di un giudizio, di una morte improvvisa mentre tutti sono presi esclusivamente dalle cose di questo mondo. Vuol forse metterci paura? No, vuol solo svegliarci, ricordandoci una profonda verità: che la vita è un dono e non ci appartiene, e un giorno saremo giudicati in base alle nostre opere. L'invito che Gesù ci fa è quello di vegliare, di non farci trascinare troppo dalle cose di questo mondo, cosa che spesso facciamo. Basti pensare a quante scuse accampiamo per giustificare la nostra scarsa relazione con Lui, finendo spesso per dire: "Il Signore lo sa!", come a dire: tanto mi giustifica sempre! Mi è capitato spesso, celebrando funerali, di essere davanti a una grande folla, presente non dentro ma fuori dalla Chiesa! Tante persone intente a sparlare e a parlare di sciocchezze; altri, nella chiesa, presenti col corpo e niente di più, oppure ricchi di parole di circostanza senza speranza. Viene da chiedersi: la morte di una persona conosciuta non ci dice nulla? Davanti a ciò, come si fa a non pensare almeno per un istante alla traiettoria della nostra vita, e che un giorno quella Messa verrà celebrata per noi? In genere quando muore una persona cara, ne ricordiamo le cose belle, i momenti di gioia, di affetto, d'amore. Sentiamo in qualche modo che l'amore è davvero eterno e la sua eco si propaga nel tempo e nella storia. Al contempo, spesso i funerali sono l'ora del rammarico per le occasioni perse. Pensiamo a tutto questo? Ci lasciamo parlare da tutto ciò? Siamo vigilanti o distratti? Se oggi fosse il mio ultimo giorno, cosa farei? Come lo vivrei? Cosa proverei a raddrizzare? Quale rapporto proverei a ricostruire? Può sembrare una domanda peregrina, ma non lo è. D'altronde, come ci ha detto Sant'Agostino: «Dio ci ha assicurato la sua misericordia. Ma il domani nessuno ce l'ha assicurato!». Se provassimo a prendere sul serio questo esercizio spirituale, quanta bellezza in più vivremmo quest'oggi... Perché non provarci? Perché non provare a vivere ogni cosa come se fosse la prima e l'ultima? Chissà, forse scopriremmo una gioia e una gratitudine nascosta in tante cose che per noi sono diventate ormai banali e scontate... mentre scontate non sono, anzi! |