Omelia (20-11-2024) |
Missionari della Via |
Oggi Gesù ci ricorda che questa vita è breve e bisogna darsi da fare, perciò san Domenico Savio diceva: «Debbo correre perché presto viene la sera». In questa parabola Gesù ci dice che dieci servi ricevono dal re una moneta d'oro con una istruzione: farla fruttificare. Al suo ritorno, ne rendono chi 10, chi 5 e chi nulla. Che cosa rappresenta questa moneta? San Cirillo di Gerusalemme così ci dice: «Ricordate che avere fede significa far fruttificare la moneta che è stata posta nelle vostre mani. E non dimenticate che Dio vi chiederà conto di ciò che vi è stato donato». Pertanto, comprendiamo che questa moneta d'oro rappresenta la fede donata ad ognuno di noi in eguale misura e che, alla fine della nostra vita, verrà misurata in base a come l'abbiamo fatta fruttificare, a quanto amore abbiamo donato. San Paolo ci dice che «Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà» (2Cor 9,6-7). Attenzione però: non si tratta solo di "quanto" facciamo, ma anche con quale spirito lavoriamo per il Regno dei cieli! Perché c'è chi lavora con uno spirito da mercenario (fa le cose per emergere, per fare carriera, se gli convengono), e c'è chi lavora con uno spirito da schiavo, solo per paura "dei castighi" e dell'inferno. E noi? Quali sono le motivazioni che ci muovono? Chiediamo la grazia di fare tutto con amore e per amore, in primis di Dio, e poi di chi abbiamo accanto. Sia questo il nostro motore: l'amore per la salvezza delle anime, perché questa sarà la ricompensa che un giorno avremo in Paradiso, questo sarà il nostro raccolto, queste saranno le città che il Signore ci avrà donato: le anime che per Lui, con Lui e in Lui, grazie al nostro "sì" avremo salvato! «Immaginiamo... quanta riconoscenza nutriranno nei nostri confronti tutte quelle innumerevoli schiere di anime alle quali avremo spalancato le porte del paradiso o la cui gloria avremo aumentata anche di un solo gradino! Quanto ci ringrazieranno per tutta l'eternità! Ma anche noi saremo riconoscenti verso di loro, poiché, affaticandoci in loro favore ci saremo preparati anche per noi stessi una corona in paradiso» (San Massimiliano Kolbe). |