Omelia (26-11-2024)
Missionari della Via


Gesù sta concludendo la sua missione a Gerusalemme e parla ai suoi discepoli delle cose inerenti la fine. Con le parole di oggi esorta anche noi a fare attenzione a due pericoli: a chi rivendica per sé pretese messianiche (cf At 5,36-37) e a chi annuncia la fine dei tempi come un fatto imminente. In primis c'è da fare attenzione a quanti rivendicano pretese messianiche. Anche oggi non mancano persone che dicono di essere Gesù o di avere particolari doni, rivelazioni, visioni... Persone che purtroppo tirano a loro stessi piuttosto che a Cristo. Purtroppo, fanno facilmente presa sui deboli; per questo bisogna essere prudenti e lasciarsi condurre dalla Chiesa. Non solo; c'è da fare attenzione a chi parla di una fine dei tempi imminente. Gesù ci dice che ci sono e ci saranno guerre, distruzioni, fatti terrificanti nel cielo ma ancora non è l'ora della fine. Molti, sulla scia di presunti visionari, ripetono: "siamo ormai nel tempo della fine". È vero, ma va capito in che senso! Dalla morte e ascensione di Gesù al cielo siamo negli ultimi tempi, ma quando verrà la fine nessuno lo sa, se non il Padre. A cosa servono tutte queste parole? Diciamo così: possono aiutarci a vivere bene il presente. Troppe volte, specie quando si incontrano delle difficoltà, si va dietro questo o a quel presunto santone, si assolutizzano e si danno subito per vere visioni e apparizioni; oppure ci si lascia impressionare da chi annuncia sventure e cataclismi, abbandonando la concretezza della fede cristiana per seguire questo o quel "profeta" (ad esempio, i "poveri" Testimoni di Geova, setta che esiste dalla fine del 1800, hanno annunciato più volte la fine del mondo, dando anche date precise, ma ovviamente tutte sbagliate!). Peraltro, si dà credito a oroscopi, zodiaci e presunti maghi fidandoci di fandonie anziché del Dio vivo e vero e della sua Parola. Le parole di Gesù sono un invito concreto a fondarci seriamente su di Lui e sulle sue parole, sul nostro preziosissimo Credo, sull'insegnamento della mamma Chiesa, affinché, come dice san Paolo: «non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l'inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell'errore» (Ef 4,14). Sappiamo che la fine di tutto ci sarà, sappiamo che un giorno ogni cosa raggiungerà in Cristo il suo fine, siamo certi che il Signore tornerà, e ci chiamerà quando vorrà; il nostro compito non è tanto indagare quando accadranno queste cose ma vivere in pienezza l'oggi, dono infinito di Dio per crescere nell'amore verso di lui e verso il nostro prossimo.

«Il Signore Gesù non è solo il punto di arrivo del pellegrinaggio terreno, ma è una presenza costante nella nostra vita: è sempre accanto a noi, ci accompagna sempre; per questo quando parla del futuro, e ci proietta verso di esso, è sempre per ricondurci al presente. Egli si pone contro i falsi profeti, contro i veggenti che prevedono vicina la fine del mondo, e contro il fatalismo. Lui è accanto, cammina con noi, ci vuole bene. Vuole sottrarre i suoi discepoli di ogni epoca alla curiosità per le date, le previsioni, gli oroscopi, e concentra la nostra attenzione sull'oggi della storia. Io avrei voglia di domandarvi - ma non rispondete, ognuno risponda dentro -: quanti di voi leggono l'oroscopo del giorno? Ognuno risponda. E quando ti viene voglia di leggere l'oroscopo, guarda a Gesù, che è con te. E' meglio, ti farà meglio. Questa presenza di Gesù ci richiama all'attesa e alla vigilanza, che escludono tanto l'impazienza quanto l'assopimento, tanto le fughe in avanti quanto il rimanere imprigionati nel tempo attuale e nella mondanità Anche ai nostri giorni non mancano calamità naturali e morali, e nemmeno avversità e traversie di ogni genere. Tutto passa - ci ricorda il Signore -; soltanto Lui, la sua Parola rimane come luce che guida, rinfranca i nostri passi e ci perdona sempre, perché è accanto a noi. Soltanto è necessario guardarlo e ci cambia il cuore. La Vergine Maria ci aiuti a confidare in Gesù, il saldo fondamento della nostra vita, e a perseverare con gioia nel suo amore»
(Papa Francesco).