Omelia (29-11-2024)
Missionari della Via


Gesù sembra darci una chiave di lettura per discernere la sua venuta. Ci invita a saper vedere, ad essere davvero intelligenti, cioè a saper leggere profondamente le cose, a leggere persino i segni della natura con uno sguardo profondo, provvidenziale, sereno. I germogli delle piante parlano di vita, quella vita che appartiene, è sostenuta ed è portata avanti dal Signore della vita. Dunque la natura stessa ci ricorda la vicinanza di Dio e del suo amore. Sembra banale ma non lo è. Dio ci parla continuamente, ci accompagna quotidianamente, ma noi tante volte non sappiamo vederlo. Ecco perché Gesù ci ha detto queste cose, che tra l'altro seguono la guarigione del cielo. L'evangelista Luca sembra suggerirci che la luce che viene dalla fede ci permette di vedere le cose per come sono davvero. Seguire Gesù e meditare sulla sua Parola danno veramente occhi nuovi. Non è qualcosa di secondario ma di essenziale. Quante volte soffriamo non tanto per gli eventi, ma per come li interpretiamo. Interpretazioni sbagliate della realtà, del nostro vissuto, dell'agire degli altri causano sofferenze enormi che possono perdurare anni. Ecco perché, come dice il salmo 35,10: «è in te la sorgente della vita. Alla tua luce vediamo la luce». Perciò il Signore ci invita a fondarci bene sulle sue parole, ricordandoci che tutto passerà; solo le sue parole resteranno, solo ciò che abbiamo costruito in Lui reggerà. Ecco perché vogliamo chiedergli la grazia che la sua Parola sia davvero «lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino», perché le nostre scelte possano essere illuminate e fondate sulla sua Parola. Certi che, come ci ha detto Gesù: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».

OGGI RICORDIAMO SANTA ILLUMINATA

«La più antica notizia su questa santa è del sec. XI: nel 1037, infatti, l'imperatore Corrado II concesse a Lamberto, abate del monastero di S. Apollinare in Classe, presso Ravenna, «in territorio tudertino monasterium unum cui vocabulum est Sancta Illuminata».

Alla stessa epoca, o poco prima, risale una leggendaria biografia della santa, in cui si narra che Illuminata nacque a Palazzolo presso Ravenna da genitori pagani e si chiamava Cesarea; convertitasi al Cristianesimo prese il nome di Illuminata. Accusata dal padre al prefetto di Ravenna, fu messa in carcere, ma un angelo la liberò e la condusse sulla via Salaria; di là proseguì verso Bettona e Martana (Umbria), dove operò molti miracoli e fu raggiunta dai genitori che nel frattempo si erano anch'essi convertiti. Il prefetto di Martana la fece arrestare ancora una volta, e mentre era in carcere ottenne di morire insieme con i genitori il 29 nov. 303. I loro corpi furono sepolti in un luogo detto Papiniano o Bagno di Papinio, a due miglia dalla città, mentre un braccio di Illuminata fu portato a Todi e posto nel monastero delle Milizie»

(https://www.santiebeati.it/dettaglio/79720).