Omelia (05-03-2006) |
Suor Giuseppina Pisano o.p. |
Commento a Mc 1,12-15 "La Quaresima è il tempo privilegiato del pellegrinaggio interiore verso Colui che è la fonte della misericordia. È un pellegrinaggio in cui Lui stesso ci accompagna attraverso il deserto della nostra povertà, sostenendoci nel cammino verso la gioia intensa della Pasqua. "; questo il significato che, al tempo di quaresima, dà il papa Benedetto XVI, nel suo recente Messaggio. Un pellegrinaggio interiore, dunque, che si ripete di anno in anno, per celebrare quello che, in un inno liturgico, è detto " il mistero dei quaranta giorni" che, in Cristo, diventa tempo di grazia, in cui più potente e chiara risuona la voce dello Spirito, che gli conferisce " pienezza ". Il racconto di Marco, che leggiamo in questa prima domenica, è, come sempre, scarno, rapido, essenziale; contiene gli stessi elementi di Matteo e Luca, ma non fa cenno al drammatico scontro col satana, a quella serrata discussione col Maligno, dal quale il Figlio di Dio esce vincitore, per la sua obbedienza al Padre e la fede nella parola di Lui. Marco racchiude in una sola frase, l'esperienza che Gesù fa del deserto, nell'aspra solitudine che esso comporta; e nella quale si affaccia la tentazione, quella originaria, che è il rischio esaltante della scelta fondamentale autonoma, quel meccanismo grandioso, ma carico di incognite, che è la libertà, vissuta senza riferimento a Dio, anzi, in alternativa a Lui. Il Figlio stesso di Dio, condotto dallo Spirito, vive il medesimo dramma, che fu dei progenitori, e che fu anche del popolo eletto, durante l'estenuante marcia nel deserto. Gesù, nella solitudine, di fronte al Padre, sollecitato dalle proposte del tentatore, prende coscienza del suo destino di uomo, e della missione di Figlio; è, lui il Messia promesso, colui che dovrà riconciliare l'umanità al Padre, ma dovrà anche pagarne il prezzo, come 'agnello ' del riscatto, ed accetta il progetto salvifico del Padre. Ora, vinto il demone della tentazione, è pronto all'annuncio della salvezza, e anche il deserto si trasforma; è quanto si coglie da quella breve notazione di Marco che scrive: "stava con le fiere e gli angeli lo servivano". Così, il deserto, da luogo aspro e inospitale, che evoca, angoscia, solitudine, fatica e lotta, diventa luogo di pace e di armonia, in quell'abitare con le fiere, non più minacciose, ma amiche come nella splendida visione che, del regno messianico, aveva dato Isaia: "In quel giorno, un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,... la sua parola sarà una verga che percuoterà il violento;.... fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà....Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto, al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà.La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell'àspide; il bambino metterà la mano i nel covo di serpenti velenosi....In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa. " (Is 11, 1.10) E' l'altra immagine del deserto, che, ad opera di Cristo, diviene luogo di ascolto, di incontro e di ritrovata familiarità con Dio; è un deserto fiorito, fecondo, felice, che evoca l'armonia originaria, nell'attesa di quella finale, quando vi saranno i cieli nuovi ed una nuova terra e Dio sarà tutto in tutti. Nella brevissima descrizione di Marco, Gesù, che fa esperienza del deserto, si presenta, alla nostra contemplazione, come l'uomo perfetto della nuova creazione, il nuovo Adamo, modello per ogni altro uomo che voglia rinascere in Lui, accogliendo e professando il suo Vangelo. "..convertitevi e credete al vangelo..", con queste parole, Cristo inaugura un tempo nuovo, il tempo della misericordia e della redenzione. D'ora in poi l'uomo è chiamato ad affidarsi e a riporre la sua fiducia in lui, accogliendo il dono della redenzione... "Carissimi, - scrive Pietro - Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio, messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito." (1 Pt 3, 18 22 ) E' il percorso di questo tempo di quaresima, che ci prepara a vivere la grazia del Risorto e il dono dello Spirito; perciò è tempo di silenzio e di ascolto, tempo di solitudine e di accoglienza, tempo di contemplazione del Mistero, e tempo di preghiera più intensa; una preghiera che può trovare il suo filo conduttore nel Salmo 24, che oggi la liturgia eucaristica ripropone: Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza. Ricordati, Signore, del tuo amore, della tua fedeltà che è da sempre. Ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. Buono e retto è Il Signore, la via giusta addita al peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna al poveri le sue vie. Giungeremo, così, rinnovati dalla grazia, al mattino di Pasqua. Sr Mariarita Pisano o.p. Monastero Domenicano SS.mo Rosario Marino Laziale RM |