Omelia (17-11-2024) |
don Giampaolo Centofanti |
Commento su Marco 13,24-32 Don Giampaolo Centofanti (Giampaolo Centofanti blog). Il vangelo di oggi ci parla dei passaggi difficili della vita personale e anche di quella comunitaria, sociale. Gesù in proposito ci dà un grande conforto, una grande speranza. Se Dio che ci ama tanto perché siamo suoi figli, soffre insieme a noi, più di noi delle nostre sofferenze, ma le permette quali doni ci vuole fare, da quali pericoli ci sta proteggendo? Le luci dei cieli oscurate rappresentano questi frangenti nei quali una persona si può sentire persa, scoraggiata, senza aiuti reali. Sono momenti in cui l'essere umano magari cerca anche a causa della cultura attuale tante soluzioni tecniche di vario tipo ma poi sperimenta il bisogno di risposte più profonde e in realtà più concrete. Ecco il Figlio dell'uomo che viene con potenza e gloria. Un'immagine bella perché mostra che Dio mi viene incontro con la sua potenza divina che ha disegni di vita per me, la grazia dello Spirito tutta da scoprire sempre più e della quale ho bisogno come e più dell'acqua e del pane. Ma Dio mi viene incontro come Figlio di Dio anche come Figlio dell'uomo, con profonda comprensione della mia umanità, della mia sofferenza, della mia difficoltà a fidarmi di lui nella prova, dei miei bisogni. E mi aiuta ad aprire il cuore alla grazia in modo graduale, con delicatezza e comprendendo che le mie stanchezze, i miei nervosismi, sono umani, non ci ho messo la volontà. In questo cammino dunque Dio mi orienta nella mia crisi reale a cercare risposte nuove, profonde ma anche mi aiuta a riconoscere le crisi superficiali che ancora mi complicano la vita inutilmente. Mi mette cioè su una strada di crescita graduale, serena, piena di semplicità e buonsenso. Quando il ramo del fico si fa tenero e spuntano le foglie sappiamo che l'estate è vicina. Questa bellissima immagine ci parla proprio di questo intenerimento del cuore, ora scoperto debole e bisognoso di aiuto, che si apre, si può aprire, per grazia alla richiesta dell'aiuto divino, anche attraverso le persone. E allora può vedere cominciare a spuntare le foglioline della fede che desidera affidarsi a Dio. Queste foglioline descrivono una fede germinale, quasi tremante al vento delle prove, del suo stesso bisogno di crescere. E allora Gesù incoraggia tanto con questa immagine che mostra come da quelle foglioline si vede che l'estate è vicina. Se questa fogliolina della fede la coltivo la fede crescerà e piano piano sperimenterò sempre di più le risposte di Dio. Queste foglioline dicono appunto che Dio è vicino, è alle porte, sta bussando in modo nuovo alla porta del mio cuore. Ma già mi può aiutare a intuire, con l'aiuto per esempio anche di qualche sacerdote, di qualche amico che ha lungo camminato nella fede, che si sta venendo a rivelare la misteriosa potenza dello Spirito, che è il vero segreto della fede. Perché lo Spirito è misterioso nella sua capacità di toccarmi il cuore come non potevo immaginare, sempre di più di illuminarmi, di sciogliere i nodi delle mie ferite, delle mie paure di orientarmi sulla strada dove posso trovare i doni, gli aiuti di Dio, tante cose belle, anche umane e materiali. In ultimo Gesù mi incoraggia alla pazienza, e alla costanza. Infatti non mi manifesta un giorno preciso in cui verrà. Solo Dio conosce i tempi adeguati dell'amore. Proprio cercando di accogliere la luce che mi infonde nel cuore gradualmente vengono risposte nuove. Gesù quindi mi libera anche dalla cultura del tutto e subito dei nostri tempi. Tutto e subito talora può significare niente e mai perché certi doni possono venire col cuore aperto alla luce e il cuore si apre con delicatezza, gradualmente. La vita non è una cosa che Dio mi può mettere in mano ma qualcosa, anche con i suoi doni umani e materiali, da vivere col cuore, altrimenti tutto si spegne, si svuota. |