Omelia (17-11-2024) |
don Michele Cerutti |
Vigilanti nell' attesa Ogni giorno dell'anno per il cristiano è Avvento e sembra dircelo questo brano evangelico che la liturgia ci propone questa domenica che segna le ultime ore dell'anno liturgico che si concluderà con la festa di Cristo Re. Avere tutta la nostra attenzione con lo sguardo rivolto alle realtà ultime rimane l'invito di questa domenica. Non facciamoci prendere dal panico cari amici abbiamo strumenti che la Chiesa ci mette a disposizione nella sua saggezza per non perderci nella paura. La domenica che viviamo è quella dei poveri. Abbiamo bisogno di avere come cristiani le antenne ben indirizzate nei confronti dei fratelli. Nel momento in cui la liturgia ci esorta a volgere lo sguardo verso le realtà ultime abbiamo il compito di essere attenti nelle dimensioni immanenti a tutti coloro che vivono nella difficoltà. Non c'è bisogno di essere attenti a coloro che vivono lontano da noi, ma coloro che nella nostra comunità hanno dei problemi. I poveri coloro che vivono situazioni familiari difficili, coloro che si trovano nella disperazione affogati dall'alcool o dalla droga, vittima di qualche errore che vive quindi la situazione del carcere, qualche anziano che è da solo o un disabile che necessita di tutte le attenzioni per assolvere alle sue funzioni quotidiane. Sguardi rivolti verso l'alto stando attenti anche al mondo circostante sembra dirci da un lato il Vangelo e dall'altro la Chiesa proponendoci di vivere la domenica dei poveri. Uno degli aspetti per vivere bene le realtà ultime è sicuramente un accurato esame di coscienza che non è un qualcosa di fuori moda, ma che invece è la misura che abbiamo del nostro camminare. Una strategia per vincere il male e esercitandosi tutti i giorni abbiamo una vigilanza costante sulle nostre azioni e nella relazione con Dio che ci porta a vivere più intensamente con Lui e vigilare nell'attesa del ritorno di Cristo. Non possiamo pensarlo in una elencazione di peccati perché occorre iniziare col passare in rassegna i motivi per cui ringraziare Dio nella giornata, non limitandosi a esprimere la nostra gratitudine per quello che di bello è successo ma ringraziando per la creazione, i colori, la vita e nella certezza che sicuramente ogni giorno è possibile trovare qualcosa di nuovo, ma anche per tutte quelle volte in cui abbiamo riconosciuto la presenza di Dio nel corso della giornata. Solo con occhi pieni di risurrezione impariamo a vivere la vita veramente pieni di gratitudine. Invocare la luce dello Spirito Santo per vedere con gli occhi di Dio la propria vita. Davanti a tutto questo amore come rispondo. Occorre mettere al centro Gesù e riuscire a prendere le distanze dal male e dal peccato con l'impegno di non ricommetterlo più. Potremo così prepararci al grande tempo dell'Avvento e dire con tutta la Chiesa: Maranathà! Vieni Signore Gesù! |