Omelia (03-12-2024) |
Missionari della Via |
Commento su Luca 10,21-24 «In questa stessa ora Gesù esulto di gioia nello Spirito Santo». L'ora è il ritorno dei discepoli dalla missione, con la loro gioia per i frutti intravisti; e la loro gioia è la gioia di Gesù. Che bello saper gioire non solo per le grazie disseminate nella nostra vita ma anche per gli altri, saper gioire per le cose belle che vi sono nella vita degli altri. Noi abbiamo spesso tanta difficoltà a far ciò. Albergano spesso in noi non sentimenti di gioia, ma sentimenti di gelosia, di invidia. Temiamo che gli altri ci tolgano qualcosa, ci tolgano visibilità, che la gente si complimenti più con gli altri che con noi. E così si passa al piano successivo: non solo non gioire ma iniziare pure a denigrare, sparlare, spogliare dalla dignità i piccoli. I piccoli che qui intende il Signore sono i discepoli che sono appena tornati dalla missione. Ma i piccoli sono anche gli emarginati, gli esclusi, i deboli, gli ultimi. Sono anche quelli che si son fatti piccoli per il regno dei cieli. Sono i poveri in spirito che hanno compreso che senza Gesù non si vive. Sono anche quelle persone semplici ai quali Dio è piaciuto rivelare i misteri del regno. Questo significa che la comprensione dei misteri del Regno non è frutto di studio e di ragionamenti umani, ma un salto di chi si è fatto avvincere dal pensiero e dall'amore di Dio. Chiediamo dunque al Signore la grazia di saperci fare piccoli, di scendere dai nostri troni di presunta superiorità, di saper occupare gli ultimi posti per essere a Lui vicini! «(Di questo vangelo) contempliamo lo sguardo accogliente di Cristo. Mentre coloro che si credono sapienti non riescono a riconoscere l'opera di Dio, Lui esulta nel Padre perché si rivela ai piccoli, ai semplici, ai poveri in spirito. Una volta c'era una difficoltà in una parrocchia e la gente parlava di quella difficoltà, mi diceva le cose. E un'anziana, molto anziana, una signora del popolo, quasi analfabeta, ha fatto un intervento proprio da teologo, e con tanta mitezza e saggezza spirituale ha dato il suo contributo. Ricordo quel momento come una rivelazione del Signore, anche con gioia; e mi è venuto in mente di domandarle: "Mi dica, signora, lei dove ha studiato, con Royo Marín, questa teologia così forte?". La gente saggia del popolo ha questa fede. E perciò, in tutta la sua vita, Egli assume questo sguardo ospitale verso i più deboli, i sofferenti, gli scartati... Questo sguardo accogliente di Gesù invita anche noi ad essere una Chiesa ospitale, non con le porte chiuse... ma la Chiesa delle porte aperte a tutti, tutti, tutti!» (Papa Francesco, omelia 4 ottobre 2023). |