Omelia (10-12-2024) |
Missionari della Via |
Oggi Gesù ci parla di misericordia, della sua misericordia e di ciò che lo rallegra! Ma a noi, che abbiamo una diversa concezione di misericordia e di gioia da vivere, abituati a fare sempre calcoli su ciò che conviene e su ciò che non conviene, potrebbe sembrare alquanto strano il suo modo di agire! Quale pastore prudente metterebbe a repentaglio novantanove pecore, lasciandole sui monti, per andare in cerca di quella che si è smarrita? Non sembra certo conveniente correre questo pericolo! Eppure Gesù non vuole che neanche una di queste pecorelle si smarrisca, cioè Gesù non vuole che nemmeno uno di noi vada perduto, neanche il più incallito dei peccatori. Egli non si stanca mai di cercare chi si è allontanato da Lui. Non è nel suo vocabolario perdere qualcuno! Quanta differenza col nostro comportamento. Noi, infatti, siamo quelli che si stancano di cercare gli altri; anzi, spesso siamo di quelli che preferiscono perdere un fratello o una sorella piuttosto che un pezzo di terra o una parte di eredità. Quante volte ci capita anche di dire: "lascia perdere quella persona", "ormai non c'è più niente da fare"; "l'ha fatta troppo grossa", "non merita il perdono". Quante volte, la nostra mancanza di compassione, di incomprensioni, di ferite subite e mai affrontate, portano all'indurimento del cuore, a quella sklerocardìa che si sperimenta quando il cuore si indurisce verso il nostro prossimo, quando si diventa indifferenti verso l'altro, rancorosi o persi-no desiderosi e soddisfatti per la sofferenza dell'altro. Ecco allora il rimedio offertoci da Gesù, dal suo esempio, dalle sue parole. Sembrano difficili da comprendere? Una volta una donna, che non riusciva a capire questa parabola, si rivolse al sacerdote dicendogli: "certo che è proprio strano questo pastore! Che convenienza c'è nel lasciare novantanove pecore da sole, col rischio che si perdano, per andare in cerca di una sola, di quella che si è smarrita! Il sacerdote, guardando questa donna anziana, le disse: "signora, lei quanti figli ha? " Sette", le rispose la donna. Bene, continuò il presbitero: "immagini che un treno stia per partire per un paese lontano senza viaggio di ritorno, e di questi suoi figli ne manchi uno, il più problematico, quello che le ha dato più problemi; lei che fa? Parte in treno senza questo suo figlio, sapendo che non lo vedrà mai più, o lo va a cercare disperatamente?". All'udir queste parole, questa donna chiaramente toccata nel cuore e con le lacrime agli occhi, rispose: "Ora ho capito questa parabola!", Ecco, le parole del Signore le capisce bene chi ama. E noi le comprendiamo? «Figlio carissimo, prima di tutto ti esorto ad amare il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutte le tue forze. Senza di questo non c'è salvezza. Figlio, devi tenerti lontano da tutto ciò che può dispiacere a Dio, cioè da ogni peccato mortale. È preferibile che tu sia tormentato da ogni genere di martirio, piuttosto che commettere un peccato mortale. Inoltre, se il Signore permetterà che tu abbia qualche tribolazione, devi ringraziando, e sopportarla volentieri, pensando che concorre al tuo bene. Se poi il Signore ti darà qualche prosperità, non solo lo dovrai umilmente ringraziare, ma bada bene a non diventar peggiore per vanagloria o in qualunque altro modo, bada cioè a non entrare in contrasto con Dio o offenderlo con i suoi doni stessi. Partecipa devotamente e volentieri alle celebrazioni della Chiesa. Non guardare distrattamente in giro e non abbandonarti alle chiacchiere, ma prega il Signore con raccoglimento, sia con la bocca che con il cuore. Abbi un cuore pietoso verso i poveri, i miserabili e gli afflitti. Per quanto sta in te, soccorrili e consolali. Ringrazia Dio di tutti i benefici che ti ha elargiti, perché tu possa renderti degno di riceverne dei maggiori. Verso i tuoi sudditi comportati con rettitudine, in modo tale da essere sempre sul sentiero della giustizia, senza declinare né a destra né a sinistra. Stà sempre piuttosto dalla parte del povero anziché del ricco, fino a tanto che non sei certo della verità. Abbi premurosa cura che tutti i tuoi sudditi si mantengano nella giustizia e nella pace, specialmente le persone ecclesiastiche e religiose. Sii devoto e obbediente alla Chiesa Romana, madre nostra, e al Sommo Pontefice come a padre spirituale. Procura che venga allontanato dal tuo territorio ogni peccato, e specialmente la bestemmia e le eresie. Figlio carissimo, ti do infine tutte quelle benedizioni che un buon padre può dare al figlio. La Trinità e tutti i santi ti custodiscano da ogni male. Il Signore ti dia la grazia di fare la sua volontà, perché riceva onore e gloria per mezzo tuo e, dopo questa vita, conceda a tutti noi di giungere insieme a vederlo, amarlo e lodarlo senza fine. Amen» (Lettera testamentaria del re francese san Ludovico al figlio Filippo, suo successore al trono). |