Omelia (13-12-2024) |
Missionari della Via |
Il Vangelo di oggi ci dice che vi sono diversi atteggiamenti da bambini. Vi sono adulti che somigliano a quei bambini che accolgono il Regno di Dio con stupore, con gioia, che non hanno malizia, sanno subito perdonare, si sanno fidare e affidare. Ma vi sono adulti non cresciuti simili a certi bambini lamentosi e viziati: non sono mai contenti di ciò che hanno, vogliono tutto, anche quello che appartiene agli altri. Non sanno gioire, non sanno accogliere con letizia le difficoltà che la vita presenta, la loro vita è tutto un lamento. Ho incontrato una persona che in un'ora si è lamentata per circa cinquanta minuti di medici e infermieri, piangendosi addosso per ogni suo acciacco! Mi domando: come è possibile scegliere di vivere così male!? Forse anche noi siamo di quelli che si lamentano spesso? Per quale fatto della vita ci lamentiamo? Sappiamo offrire al Signore le nostre difficoltà per il bene nostro e di tanti altri? Non dimentichiamo mai che la sofferenza, le incomprensioni, le difficoltà della vita sono una grande opportunità, possiamo coglierla o sprecarla. Possiamo sempre e solo lamentarci o possiamo farne luogo di grazia e di incontro con il Signore. E poi, in fondo, a che serve sempre lamentarsi delle cose che non ci piacciono? Forse solo per il fatto di lamentarsi migliorano? No, anzi, con questo atteggiamento lamentoso cambia sì qualcosa: cambiamo noi ma in peggio! «Tante volte noi ci lamentiamo delle difficoltà che abbiamo: il diavolo vuole che noi cadiamo nello spirito di tristezza, amareggiati della vita o dei propri peccati. Ho conosciuto una persona consacrata a Dio che chiamavano "Lamentela", perché non riusciva a fare altra cosa che lamentarsi: era il premio Nobel delle lamentele. Ma quante volte noi ci lamentiamo...» (papa Francesco, Omelia 10 dicembre 2019). |