Omelia (14-12-2024) |
Missionari della Via |
Gesù è il compimento delle profezie, è il Figlio promesso e mandato dal Padre. Ma Gesù deve spiegare ai suoi discepoli, ancora incapaci di comprendere come questa profezia si è compiuta, che Elia è già venuto ma non come loro se lo aspettavano. Il dialogo tra Gesù e i suoi discepoli ci dice tutta la difficoltà nel comprendere l'agire di Dio o, almeno, la grande difficoltà che abbiamo quando ci aspettiamo prodigi e segni eclatanti da parte del Signore che attestino la sua presenza viva nella storia. Noi abbiamo spesso una grande difficoltà a scorgere il filo rosso, apparentemente quasi nascosto, che lega certi eventi che viviamo nella vita. Pensiamo siano cose fortuite, prive di senso, semplici coincidenze, quando invece la mano sapiente di Dio sta conducendo la storia. Tutti quanti siamo un pochino come san Tommaso: vogliamo toccare per credere. Vorremmo comprendere le cose ma senza la fatica di cercare la verità. Vorremmo delle prove, dei segni che ci togliessero la possibilità di dire dei sì o dei no. «Ma la verità è che i segni sono solo segni, e molto spesso ci lasciano talmente tanto liberi da poterli persino ignorare o bistrattare» (don Luigi M. Epicoco). C'è bisogno di una grande sensibilità interiore nell'accorgerci del passaggio di Dio nella nostra vita. Lo stesso sant'Agostino così scrive: «Signore ho paura che tu passi e io non me ne accorga». Noi spesso viviamo nel caos, sempre affannati, sempre a correre ma senza comprendere dove stiamo andando, se la strada che stiamo percorrendo è quella che il Signore ha tracciato per noi. Che la parola di oggi ci stimoli a curare un po' di più la nostra vita interiore, ritagliandoci spazi di preghiera, di silenzio e di intimità con il Signore, per diventare sempre più attenti e sensibili ai suoi passaggi nella nostra vita e nella storia. «I grandi santi hanno questo di particolare che, trovandosi nel dolore della propria tribolazione, non cessano di occuparsi dell'utilità altrui: e, mentre soffrono in se stessi sopportando le proprie tribolazioni, provvedono agli altri, consigliando quanto loro abbisogna. Sono come dei medici eroici, colpiti da malattia: sopportano le ferite del proprio male e provvedono gli altri di cure e di medicine per la guarigione» (San Gregorio Magno). |