Omelia (21-02-2006) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Avevano paura di chiedergli spiegazioni La paura impedisce ai discepoli di arrivare alla verità che Gesù vuole loro rilevare. Sarà per la durezze delle parole che annunciano sofferenze e morte quando loro si aspettavano invece racconti di glorie e vittorie; sarà perché non comprendevano questo mistero che si apriva davanti a loro della Passione e della Resurrezione; sta di fatto che il loro atteggiamento è di chiusura verso il Signore. Si rivolgono tra di loro e, forse nel tentativo di chiarire queste parole litigano sul chi di è essi è il più grande. Gesù lo intuisce, si rivolge a loro ma trova lo stesso mutismo, stavolta colpevole di chi sa di aver sbagliato. È il momento migliore per un grande insegnamento di Gesù sull'umiltà. Noi ci troviamo a volte in una situazione analoga. Ciò può succedere, quando il dolore e la sofferenza, anche quella ingiusta, non sono compresi nel Mistero di amore che si apre di fronte a noi. In questa situazione allora rivolgiamo gli occhi non sul Signore ma solo sulla nostra vita, impedendo a Gesù, dell'amore di entrarci. Ci sembra che la preghiera sia inutile, perché inascoltata quando è in realtà vero il contrario; siamo noi che chiudiamo la possibilità a Dio di parlarci. La nostra vita è quindi letta in altri termini e non sotto gli occhi di Gesù. Si fanno strada allora altri sentimenti che parlano di egoismo, di superiorità, di voglia di potere. Succede quando Gesù ci parla e noi non lo ascoltiamo! |